Indicato nel trattamento dell'ansia, delle psicosi con componente ansiosa, dell'insonnia e dell'epilessia.
Il delorazepam, sebbene sia risultato più potente rispetto a diazepam (rapporto di attività pari a 5:1) e lorazepam (rapporto di attività pari a 3:1) nel trattamento dell'ansia, ha dimostrato un'efficacia terapeutica paragonabile sulla sintomatologia ansiosa (Agricola et al., 1980). In pazienti fortemente ansiosi, il delorazepam si è rivelato, inoltre, in grado di prevenire e reprimere le aritmie extrasistoliche sopraventricolari con un'efficacia superiore a quella dell'alprenololo (Busin et al., 1979).
Indicato, per via parenterale, nel trattamento degli stati ansiosi acuti in preanestesia e nella preparazione di esami endoscopici.
Per la preanestesia, il delorazepam è risultato più efficace del diazepam per una maggiore attività ansiolitica e una tollerabilità migliore a livello cardiovascolare e respiratorio, in particolare in ambito ostetrico (assenza quasi totale di depressione respiratoria e ipotonia muscolare nel neonato). L'impiego del delorazepam ha inoltre determinato un consumo di farmaco induttore e di anestetici volatili minore rispetto al diazepam.
Per l'endoscopia, il delorazepam (0,02 mg/kg) associato a N-butilbromuro di joscina (20 mg) ha determinato una minore difficoltà nell'intubazione, una migliore collaborazione del paziente all'esame e una più marcata amnesia anterograda rispetto all'associazione diazepam (0,2 mg/kg) più N-metilbromuro di joscina (20 mg) (D'arienzo et al., 1986).
Indicato per l'induzione e il mantenimento dell'anestesia.
Il delorazepam in associazione a fentanil più deidrobenzoperidolo è risultato caratterizzato da un tempo di addormentamento maggiore rispetto a tiopentale sodico ma da un consumo minore di analgesici sia durante che nel periodo postoperatorio (Pappagallo, Ferri, 1986). In caso di interventi ginecologico-ostetrici di breve durata, il delorazepam più ketamina si è dimostrata una scelta terapeutica migliore di quella diazepam più ketamina sia per quanto riguarda lo stato di ipnoanalgesia raggiunto, sia per quanto concerne la stabilità cardiovascolare e respiratoria, la qualità del risveglio, il grado di sedazione e gli effetti collaterali (Pappagallo, Lupi, 1986).
Indicato nel trattamento degli squilibri emotivi collegati a stress situazionali, ambientali e ad affezioni organiche acute e/o croniche; indicato nel trattamento delle distonie neurovegetative e della somatizzazione dell'ansia a carico di vari organi e apparati.
Indicato nel trattamento delle nevrosi depressive.
Indicato nel trattamento dell'agitazione psicomotoria.