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Ceftriaxone

Rocefin e altri

Tossicità - Qual è la tossicità di Ceftriaxone?

Sovradosaggio: in caso di sovradosaggio di ceftriaxone si possono manifestare disturbi gastrointestinali quali diarrea, nausea e vomito; procedere ad un trattamento sintomatico.
Il ceftriaxone non viene rimosso tramite emodialisi o dialisi peritoneale.
La comparsa di shock anafilattico in seguito a terapia con ceftriaxone è un’evenienza rara ma possibile; somministrare adrenalina per via endovenosa e corticosteroidi.

Cancerogenicità e mutagenicità: non è stata rilevata attività cancerogena o mutagena associata alla somministrazione di ceftriaxone.

Tossicità riproduttiva: il ceftriaxone somministrato per via endovenosa ad animali di laboratorio non ha determinato alterazioni della fertilità (dosi equivalenti a 20 volte la dose raccomandata nell’uomo).
Gli studi di tossicità riproduttiva condotti sugli animali non hanno mostrato embriotossicità, fetotossicità o teratogenicità associata alla somministrazione di ceftriaxone (dosi equivalenti a 20 volte la dose raccomandata nell’uomo); nei primati non è stata riscontrata evidenza di embriotossicità o teratogenicità (dosi equivalenti a 3 volte la dose raccomandata nell’uomo).
Sono disponibili dati limitati relativi all’impiego di ceftriaxone in gravidanza. In seguito a somministrazione del farmaco durante la seconda parte della gravidanza non sono stati evidenziati effetti teratogeni associati al ceftriaxone (Cavenee et al. 1993; Sanchez-Ramos et al., 1995). La FDA ha inserito il ceftriaxone in classe B per l’impiego in gravidanza. La classe B comprende i farmaci i cui studi riproduttivi sugli animali non hanno mostrato un rischio per il feto e per i quali non esistono studi controllati sull'uomo oppure i farmaci i cui studi sugli animali hanno mostrato un effetto dannoso (oltre a un decremento della fertilità) che non è stato confermato con studi controllati in donne nel I trimestre (e non c'è evidenza di danno nelle fasi avanzate della gravidanza). La somministrazione di ceftriaxone in gravidanza deve essere riservata ai casi di effettiva necessità, dopo un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio.

DL50: dopo somministrazione endovenosa pari a 1840-3000 mg/kg nel ratto.