La carbamazepina è un farmaco anticonvulsivante orale derivato dell'iminostilbene; strutturalmente è correlata ai farmaci antidepressivi triciclici.
Il farmaco viene utilizzato principalmente nel trattamento di tutti i tipi di epilessia, tranne le assenze.
La carbamazepina è efficace anche nel trattamento del dolore di origine neurologica come, ad esempio, la nevralgia del trigemino; nella nevralgia glossofaringea e in altre sindromi dolorose quali la sclerosi multipla.
Il farmaco possiede anche proprietà anticolinergiche, antidiuretiche, antiaritmiche, antidepressive, sedative e bloccanti neuromuscolari.
Alcuni studi hanno evidenziato un possibile ruolo terapeutico del farmaco anche nel trattamento di alcuni disordini psichiatrici tra cui la sindrome depressiva bipolare; la carbamazepina, infatti, ha indotto risposte terapeutiche in pazienti maniaco-depressivi nei quali il litio non era stato efficace.
L'effetto anticonvulsivante generalmente si manifesta a concentrazioni plasmatiche di 5,5-7,5 mg/ml.
Concentrazioni più alte (8,5-15 mg/ml) causano disturbi alla deambulazione, cefalea, vertigini, sonnolenza, perdita dell'appetito.
Concentrazioni ancora più elevate (maggiori di 15 mg/ml) provocano diplopia, sonnolenza profonda e, talvolta, un peggioramento dello stato convulsivo.
Possiede alcuni effetti simili alla fenitoina e, come questa, inibisce le convulsioni indotte da elettroshock.
Come la fenitoina, la carbamazepina riduce la trasmissione sinaptica di tipo tetanico a livello del midollo spinale.
Il farmaco antagonizza i recettori dell'adenosina; tale effetto sembra però essere più correlato ai suoi effetti antidepressivi che a quelli anticonvulsivanti.
Come farmaco antidolorifico, la carbamazepina inibisce la trasmissione sinaptica a livello del nucleo trigeminale.
Il meccanismo d'azione della carbamazepina consiste nel blocco dei canali del sodio voltaggio dipendenti e nell'inibizione della ricaptazione della noradrenalina.