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Asenapina

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Avvertenze - Quali informazioni conoscere prima di usare Asenapina?

Patologie cardiovascolari: casi di ipotensione ortostatica (abbassamento improvviso della pressione arteriosa quando si passa dalla posizione orizzontale alla posizione eretta) sono stati osservati soprattutto all’inizio del trattamento con asenapina e nei pazienti anziani. Nel corso degli studi clinici sono stati evidenziati anche casi di sincope, possibilmente correlati all’attività alfa1-bloccante di asenapina; pertanto è raccomandata cautela nella somministrazione del farmaco a pazienti che soffrono di malattie cardiovascolari (scompenso cardiaco, infarto o ischemia del cuore, difetti della conduzione cardiaca) o cerebrovascolari, o condizioni che possano favorire la comparsa di ipotensione (ad esempio, disidratazione e ipovolemia).

Iperprolattinemia: sono stati osservati aumenti dei livelli di prolattina in alcuni pazienti in trattamento con asenapina. Nelle sperimentazioni cliniche le reazioni avverse legate a livelli non normali di prolattina sono state limitate.

Sindrome neurolettica maligna: l’asenapina deve essere sospesa immediatamente se compaiono sintomi riconducibili a sindrome neurolettica maligna. Sintomi caratteristici della sindrome includono ipertermia, rigidità muscolare, confusione mentale, instabilità del sistema nervoso autonomo e incremento delle concentrazioni plasmatiche di creatinina-fosfochinasi. Possono comparire anche mioglobinuria e insufficienza renale acuta. Con la somministrazione di farmaci antipsicotici, il rischio di sindrome neurolettica maligna aumenta nei pazienti con morbo di parkinson o con demenza con corpi di Lewy. La maggiore sensibilità di questi pazienti alla sindrome neurolettica maligna può manifestarsi con confusione, ottundimento, instabilità posturale associata a cadute frequenti e sintomi extrapiramidali.

Pazienti anziani con psicosi associata a demenza: l’asenapina non è approvata e non è raccomandata per il trattamento di pazienti con psicosi associata a demenza, nei quali è stato osservato un rischio maggiore di reazioni avverse cerebrovascolari e un aumento della mortalità improvvisa con l’uso off-label di antipsicotici.

Pazienti con grave insufficienza epatica: sulla base di dati specifici di farmacocinetica è stato osservato come la somministrazione di asenapina a pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica (Classe C di Child-Pugh) determini un aumento dell’esposizione sistemica al farmaco di circa 7 volte. Pertanto, è sconsigliato l'impiego di asenapina in questa categoria di pazienti, come nel caso di altri antipsicotici eliminati prevalentemente tramite biotrasformazione epatica.

Inibitori del citocromo P450(CYP)1A2: studi di interazione farmaco-farmaco indicano che la fluvoxamina, inibitore dell’enzima citocromiale CYP1A2, può aumentare l’esposizione sistemica all’asenapina, suggerendo di prestare particolare cautela nella co-somministrazione dell’antipsicotico con questo ed altri farmaci inibitori di CYP1A2 (un elenco di moderati/potenti inibitori di CYP1A2, non ancora valutati in specifici studi di interazione con asenapina, è reperibile sul sito della Food and Drug Administration, l’agenzia americana che regola l’uso dei farmaci) (Food and Drug Administration – FDA, 2011a; Citrome, 2014b).

Farmaci substrato/inibitori del CYP2D6 (es. paroxetina): sulla base di studi di interazione farmaco-farmaco, l’asenapina è risultata aumentare i livelli plasmatici di paroxetina per inibizione farmacometabolica. Questa osservazione suggerisce cautela nella somministrazione di asenapina in associazione a farmaci, come la paroxetina, che siano sia substrato che inibitore dell’enzima citocromiale CYP2D6 (Citrome, 2014b).

Suicidio/ideazione suicidaria: il rischio di suicidio o di ideazione suicidaria rientra nella patologia psicotica e nel disturbo bipolare, pertanto i pazienti ad alto rischio devono essere attentamente monitorati durante la fase di trattamento con asenapina.

Convulsioni: poiché negli studi clinici con asenapina si sono registrati casi di convulsioni (segnalazioni sporadiche), l’uso del farmaco deve essere somministrato con cautela in pazienti con anamnesi di disturbo convulsivo o in terapie con farmaci (ad es. fenotiazine, butirrofenoni, clozapina, antidepressivi triciclici, inibitori della ricaptazione della serotonina) che potrebbero abbassare la soglia convulsiva.

Discinesia tardiva: negli studi clinici di asenapina sono stati segnalati alcuni casi di discinesia tardiva. Qualora il paziente manifesti i segni e i sintomi di una discinesia tardiva considerare la possibilità di interrompere il trattamento con asenapina. L’insorgenza di sintomi extrapiramidali (extrapyramidal symptom o EPS, caratterizzati da rigidità dei muscoli e dei movimenti, mancanza di espressione del volto, irrequietezza motoria, lentezza o blocco dei movimenti, rallentamento della ideazione e dei riflessi) è un fattore di rischio per la discinesia tardiva.

Iperglicemia e diabete mellito: in considerazione di occasionali segnalazioni di iperglicemia o di esacerbazione di sindromi diabetiche pre-esistenti durante il trattamento con asenapina è consigliabile, come per altri antipsicotici, un adeguato monitoraggio clinico nei pazienti diabetici e nei pazienti che presentano fattori di rischio per lo sviluppo di diabete mellito.

Disfagia: problemi di deglutizione sono associati al trattamento con antipsicotici, asenapina compresa.

Termoregolazione corporea: l’assunzione di antipsicotici è stati associata ad alterazioni della capacità dell'organismo di regolare la temperatura corporea basale. Sebbene i risultati delle sperimentazioni cliniche suggeriscano che uno squilibrio della temperatura corporea clinicamente rilevante non sembri essere associato all'asenapina, è opportuno prestare attenzione ai pazienti che potrebbero essere esposti a condizioni che possano contribuire ad un aumento della temperatura corporea (per es. attività fisica estenuante, esposizione a fonti di calore estreme, pazienti in terapia concomitante con medicinali ad attività anticolinergica o soggetti a disidratazione).

Intervallo QT: un prolungamento clinicamente rilevante dell’intervallo QT non sembra essere associato ad asenapina. Tuttavia, a fini precauzionali, minimizzare la possibilità di effetti additivi, evitando la co-somministrazione di asenapina con farmaci che aumentano l’intervallo QTc (intervallo QT corretto per frequenza cardiaca) quali antiaritmici di classe IA (es. chinidina, disopiramide) e classe III (es. amiodarone, sotalolo), antibiotici (es. macrolidi, chinoloni) e antipsicotici (es. aloperidolo, clorpromazina, clozapina, olanzapina, ziprasidone). Inoltre, è consigliabile prestare cautela nei pazienti con QTc lungo congenito, oppure in presenza di fattori di rischio cardiovascolare (insufficienza cardiaca congestizia, bradicardia, ipertrofia del ventricolo sinistro) o disfunzioni elettrolitiche (ipokaliemia, ipomagnesiemia, ipocalcemia).

Attività che richiedono attenzione e coordinazione costante: poiché l’asenapina può indurre sonnolenza e sedazione, verificare gli effetti individuali del farmaco prima di intraprendere attività che richiedono attenzione e coordinazione costante e prolungata nel tempo (per es. guida di autoveicoli).

Gravidanza e allattamento al seno: è sconsigliato l’uso di asenapina in gravidanza. Nel caso questo si rendesse necessario il potenziale beneficio per la madre deve essere superiore al rischio potenziale per il feto (la FDA ha inserito l’asenapina in classe C per l’impiego in gravidanza). Questo deriva da fatto che non esistono dati sufficienti sull'uso del farmaco nelle donne in gravidanza. Gli studi di tossicologia riproduttiva sugli animali hanno dimostrato che asenapina attraversa la placenta, determinando alterazioni dello sviluppo fetale, così come un aumento del rischio di aborto e mortalità perinatale nei ratti. Bisogna poi considerare che i neonati esposti agli antipsicotici durante il terzo trimestre di gravidanza sono a rischio di reazioni avverse sovrapponibili a quelle osservate nei pazienti che interrompono bruscamente la terapia antipsicotica; si sono verificate segnalazioni di irrequietezza, ipertonia, ipotonia, tremore, sonnolenza, difficoltà respiratoria, o disturbi dell'alimentazione in questi neonati.
Non è noto se l'asenapina e/o i suoi metaboliti (inattivi) sono escreti nel latte umano ma il farmaco è stato escreto nel latte dei ratti durante l’allattamento. Pertanto è raccomandato alle donne che assumono asenapina di non allattare al seno.


Nota:
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In particolare I&B autorizza e predispone la pubblicazione dei contenuti di questa sezione "Avvertenze", con licenza GFDL e CC-BY_SA, sulla pagina dell'enciclopedia libera alla Voce "Asenapina".