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Acido Acetilsalicilico

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Tossicità - Qual è la tossicità di Acido Acetilsalicilico?

Intossicazione cronica: l'intossicazione cronica di acido acetilsalicilico (ASA) provoca salicilismo, i cui sintomi comprendono: nausea, vomito, iperidrosi, vertigini, tinnito, cefalea, confusione mentale, disorientamento (in particolare nei pazienti anziani), sordità.

Intossicazione acuta (lieve: concentrazione plasmatica di salicilato pari a 50-80 mg/dl; grave: concentrazione plasmatica di salicilato pari a 110-160 mg/dl): i primi sintomi comprendono ronzii nelle orecchie (tinnito) e vertigini, associate a nausea, vomito e disturbi gastrici; nei pazienti anziani può manifestarsi disorientamento. Nei casi più gravi compare iperventilazione, febbre, agitazione, alcalosi respiratoria e acidosi metabolica, collasso cardiovascolare, insufficienza respiratoria, coma.
In caso di sovradosaggio acuto ma lieve, far bere abbondanti quantità di liquidi; per intossicazioni più gravi ricorrere a lavanda gastrica e a carbone attivato per rimuovere l'acido acetilsalicilico dallo stomaco; trattare con spugnature di alcool o impacchi di ghiaccio l'ipertermia; mantenere elevato il volume urinario e trattare le alterazioni dell'equilibrio acido-base; indurre diuresi alcalina o effettuare emodialisi o, in alternativa, emoperfusione per rimuovere il salicilato a livello plasmatico.

Tossicità gastrointestinale: l'acido acetilsalicilico somministrato a dosi elevate e per periodi prolungati può indurre sanguinamento gastrico. L'impiego di forme farmaceutiche gastroresistenti o tamponate o come sale di lisina oppure la somministrazione con antiacidi o farmaci anti-H2 ne riduce la gastrotossicità (Hawthorne, 1991). Anche la somministrazione a stomaco pieno riduce la tossicità gastrica del farmaco.

Ototossicità: una perdita temporanea dell'udito, acufeni e vertigini possono essere causati da farmaci antinfiammatori tra cui il salicilato. L'ipoacusia da ASA si verifica nello 0,3-1,1% dei pazienti. Il meccanismo dell'ototossicità indotto dai salicilati non è noto. Sebbene il monitoraggio audiometrico non è sempre di aiuto per prevenire il danno ototossico, quando possibile è raccomandata una valutazione regolare della funzione uditiva durante il trattamento con un farmaco potenzialmente ototossico.

Ipersensibilità: l'acido acetilsalicilico può indurre reazioni da ipersensibilità soprattutto in caso di pazienti con asma e polipi nasali; si possono verificare broncocostrizione e shock, reazioni probabilmente mediate dai leucotrieni. In caso di reazioni di ipersensibilità, somministrare antistaminici, corticosteroidi, adrenalina.

Sindrome di Reye: l'impiego in pazienti in età pediatrica, in caso di infezione virale, è stato associato alla comparsa di sindrome di Reye, patologia caratterizzata da encefalopatia e degenerazione grassa del fegato.

Gravidanza: l'impiego di ASA in gravidanza non ha mostrato un aumento del rischio basale di malformazioni fetali (nella popolazione generale il rischio basale è del 5% circa). La dose raccomandata in gravidanza è pari a 100 mg/die (o meno).
Per dosi >= 500 mg/die è stato osservato nelle prime fasi della gravidanza un incremento di aborto, malformazioni cardiache (da meno dell'1% a 1,5%) e gastroschisi. E' stato stimato che il rischio di malformazioni cardiache tende ad aumentare con la dose e la durata del trattamento. La somministrazione del farmaco durante il terzo trimestre di gravidanza è associata a tossicità cardiopolmonare (ipertensione polmonare e chiusura precoce del foro di botallo) e disfunzione renale che può progredire fino a insufficienza renale con oligoidramnios. L'uso dell'acido acetilsalicilico alla fine della gravidanza può indurre prolungamento del tempo di sanguinamento con un effetto antiaggregante anche a dosi basse e inibizione delle contrazioni uterine con ritardo o prolungamnto del travaglio.
I dati di letteratura relativi alla somministrazione di dosi comprese fra 100-500 mg/die di ASA sono limitati.