Il nebivololo è indicato per il trattamento dell’ipertensione arteriosa essenziale. (leggi)
Riportiamo di seguito la posologia del nebivololo nelle diverse indicazioni terapeutiche. (leggi)
Il nebivololo è controindicato in caso di ipersensibilità. (leggi)
Il nebivololo non è raccomandato nei pazienti con insufficienza cardiaca non trattata o con malattia non stabilizzata. (leggi)
L'amiodarone, somministrato in associazione ai beta bloccanti, può aumentare l'effetto sul tempo di conduzione atrio-ventricolare (rallentamento della conduzione atrio ventricolare). (leggi)
Gli eventi avversi riportati con maggior frequenza comprendono (fatigue (4%-79% dei pazienti), mal di testa (2%-24%), parestesia (7-13%), bradicardia (6%-11%), rinite (1%-7%) e vertigini (2%-5%). (leggi)
In caso di sovradosaggio da nebivololo ci si attende un aumento dei sintomi legati al beta blocco adrenergico quali bradicardia, ipotensione, broncospasmo e insufficienza cardiaca acuta. (leggi)
Il nebivololo è un farmaco cardiovascolare appartenente alla classe dei beta-bloccanti selettivi di terza generazione. (leggi)
Il nebivololo è somministrato come miscela racemica degli enantiomeri d e l (si definiscono enantiomeri due molecole che sono l'una l'immagine speculare dell'altra e non sovrapponibli). (leggi)
La formula bruta di nebivololo è C22H25F2NO4. (leggi)
Le informazioni ottenute nella ricerca Pharmamedix dedicata a nebivololo sono state analizzate dalla redazione scientifica con riferimento alle fonti seguenti. (leggi)
Nebivololo è prescrivibile nelle specialità commerciali Lobivon, Nebilox, Nebiscon, Nebivololo, Nebivololo ABC, Nebivololo Pensa, Nobistar, Aloneb, Lobidiur, Nebivololo Idroclorotiazide, Nobizide. (leggi)
Il nebivololo, frutto della ricerca Menarini (brevetto del 1983) e immesso in commercio per la prima volta nel 1997 (Germania), appartiene alla classe terapeutica dei beta bloccanti: è un antagonista del recettore adrenergico beta-1 con attività antiipertensiva e vasodilatatrice. Il Nebivololo si lega e blocca i recettori adrenergici beta-1 nel cuore, riducendone in questo modo la contrattilità e la frequenza.
Farmacologicamente, i bloccanti del recettore adrenergico di tipo beta possono essere suddivisi in tre generazioni in base alla loro affinità recettoriale. I beta-bloccanti di prima generazione come il propranololo, il timololo e il nadololo hanno la stessa affinità per i recettori beta 1 e beta 2 e per questo sono chiamti “non selettivi”. I beta bloccanti di seconda generazione come metoprololo, atenololo e bisoprololo mostrano selettività d'azione verso il recettore beta 1; la loro selettività è dose-dipendente e possono bloccare i recettori beta 2 a dosi elevate. I beta bloccanti di terza generazione possono indurre dilatazione dei vasi sanguigni periferici oltre ad esercitare un'inibizione competitiva, selettiva, sui recettori beta 1.
Il nebivololo è un beta bloccante di terza generazione, la cui azione vasodilatante è mediata dal rilascio di ossido nitrico (NO) a livello dell'endotelio dei vasi sanguigni. Alle dosi terapeutiche (</= 10 mg/die) è altamente -selettivo, con un'affinità circa 320 volte maggiore per i recettori beta 1 rispetto ai beta 2 nelle cellule del miocardio umano.
Il profilo farmacologico del nebivololo è associato a una serie di effetti emodinamicamente rilevanti: blocco dei recettori beta 1, che conseguente riduzione della frequenza cardiaca a riposo e durante l'esercizio, della contrattilità miocardica e della pressione sanguigna sia sistolica che diastolica; vasodilatazione mediata dall'ossido nitrico che si traduce in una diminuzione della resistenza vascolare periferica, in un aumento della gittata sistolica e della frazione di eiezione e mantenimento della gittata cardiaca; riduzione dello stress ossidativo che si ritiene contribuisca agli effetti neutri e possibilmente benefici del nebivololo sul metabolismo del glucosio e dei lipidi; riduzione del volume e dell'aggregazione piastrinica.
Dal punto di vista della tollerabilità, gli eventi avversi segnalati con maggior frequenza comprendono fatigue, mal di testa, parestesia, bradicardia e vertigini. A differenza dei beta bloccanti tradizionali, il nebivololo non risulta influenzare negativamente la glicemia e il profilo dei lipidi plasmatici.