L’echinacea è una pianta erbacea che trova impiego come rimedio naturale per la profilassi e il trattamento delle malattie da raffreddamento (l’echinacea è utilizzata soprattutto nella profilassi e nel trattamento coadiuvante di patologie delle vie respiratorie superiori). (leggi)
L’echinacea è una pianta erbacea di cui si utilizzano in fitoterapia sia la radice che la parte aerea. (leggi)
L’echinacea è controindicata in caso di ipersensibilità nota alla pianta o più in generale alle Asteraceae, famiglia botanica di appartenenza dell’Echinacea. (leggi)
L’indicazione generale è di non utilizzare l'echinacea per più di 8 settimane consecutive. (leggi)
L’echinacea è considerata una pianta officinale con un profilo di rischio per l’interazione con i farmaci basso. (leggi)
In uno studio clinico che ha valutato il profilo di sicurezza dell’estratto alcolico di E. purpurea somministrato per via orale a volontari sani, l’incidenza di effetti avversi della pianta officinale è risultata sovrapponibile a quella osservata con il placebo. (leggi)
In studi di tossicità acuta, l’echinacea ha causato tremore, febbre, debolezza muscolare. (leggi)
Il genere Echinacea (Famiglia Asteraceae) comprende un piccolo numero di specie (nove) di piante erbacee perenni originarie nel Nord America. (leggi)
Ci sono pochi dati relativi alla farmacocinetica dei preparati a base di echinacea. (leggi)
La formula bruta dell’echinacoside è C35H46O20. (leggi)
Le informazioni contenute nella ricerca Pharmamedix dedicata all’echinacea sono state analizzate dalla redazione scientifica con riferimento alle fonti seguenti. (leggi)
Echinacea è prescrivibile nelle specialità commerciali . (leggi)
L’echinacea è una pianta erbacea perenne, originaria del Nord America, ma attualmente diffusa e coltivata anche in Europa. Al genere Echinacea, famiglia Asteraceae, appartengono nove specie, di queste quelle impiegate come piante officianali sono l’Echinacea angustifolia, l’Echinacea pallida e l’Echinacea purpurea. Le parti dell’echinacea utilizzate comprendono radice, foglie e fiori.
L’echinacea è utilizzata come fitoterapico per via sistemica (somministrazione orale di estratto secco o tintura madre) per le proprietà immunomodulante, antinfiammatoria e antiossidante e per via topica per l’attività riepitelizzante, cicatrizzante e antisettica. Il dosaggio dipende dalla formulazione con cui viene somministrata la pianta e nei bambini è calcolato in base al peso corporeo prendendo come riferimento la dose indicate per l’adulto e considerando per quest’ultimo un peso standard di 70 kg.
L’echinacea trova impiego come rimedio naturale soprattutto in caso di malattie da raffreddamento, come il raffreddore comune e l’influenza, e in dermatologia, come cicatrizzante e antisettico. E’ utilizzata anche negli stati infiammatori a carico di prostata, utero e annessi, vie urinarie e nelle forme poliartritiche e per le sue proprietà antibatteriche (l’echinacea ha evidenziato attività antivirale verso l’Herpes zoster e il virus dell’influenza stagionale e attività antimicotica verso Candida e Saccharomyces cerevisiae).
L’echinacea è controindicata in caso di ipersensibilità nota alla pianta o alla famglia di appartenenza, le Asteraceae; non è raccomandata in caso di malattie sistemiche progressive (ad esempio tubercolosi, leucemia, collagenopatie, sclerosi multipla) e nei pazienti HIV-positivi o con AIDS; nei pazienti con problemi al fegato o in terapia con farmaci epatotossici. L’echinacea in tintura alcolica è controindicata nei pazienti affetti da alcolismo e nei pazienti che assumono disulfiram o metronidazolo per il rischio di un effetto simile a quello disulfiram-etanolo. L’echinacea è genericamente controindicata in gravidanza e allattamento.
Negli studi clinici, l’echinacea è risultata ben tollerata, associata ad un’incidenza di eventi avversi sovrapponibile al placebo. Gli effetti collaterali più frequenti sono quelli di natura gastrointestinale; meno frequentemente sono stati osservate reazioni da ipersensibilità, effetti centrali (sonnolenza, cefalea, vertigini) e casi sporadici di fibrillazione atriale (1 caso), leucopenia, insufficienza renale (1 caso), febbre. Studi preclinici suggeriscono un effetto inibitorio dell’echinacea (dosi elevate) sulla fertilità.
Sulla base degli studi disponibili, l’echnacea risulta possedere un potenziale di interazione con i farmaci limitato. La pianta infatti non sembra interferire con la farmacocinetica dei substrati della glicoproteina P (come ad esempio la digossina), dei substrati degli enzimi citocromiali CYP2E1, 2D6 e 2C9 (gli enzimi citocromiali sono responsabili del metabolismo della maggior parte dei farmaci). In alcuni studi, non confermati da altri, è stata osservata inibizione del CYP3A4 intestinale e induzione dello stesso enzima a livello epatico e interazione con il CYP1A2.
L’echinacea non è risultata mutagena né cancerogena.
Ma come agisce l’echinacea? L’analisi chimica delle parti della pianta utilizzate ha evidenziato quattro gruppi principali di composti: l’acido caffeico e derivati (tra cui i più importanti sono: acido clorogenico, acido cicorico, cinarina, echinacoside), le alchilammidi, i polisaccaridi e le glicoproteine.
La componente liposolubile del fitocomplesso, formata dalle alchilammidi e dall’olio essenziale, e quella idrosolubile, formata dall’acido caffeico e derivati e dai polisaccaridi sono responsabili dell’attività immunomodulante attribuita all’echinacea. In studi in vitro e in vivo, l’echinacea infatti è risultata stimolare la fagocitosi, uno dei principali meccanismi dell’immunità innata, la produzione di citochine da parte dei macrofagi e la mobilità dei linfociti; è risultata promuovere la maturazione delle cellule dendritiche, che connettono l’immunita innata con quella acquisita; aumentare i livelli plasmatici di linfociti T e cellule Natural Killer dell’immunità acquisita. Grazie a questi meccanismi l’echinacea è risultata possedere attività antimicrobica verso alcune specie di Candida, inclusa C. albicans, verso il Saccharomyces cerevisiae, il virus dell’influenza e l’Herpes simplex.
L’echinacea ha evidenziato anche attività antinfiammatoria per inibizione della cicloossigenasi costitutiva (COX-1) e inducibile (COX-2) e della 5-lipoossigenasi. Questi enzimi sono responsabili della sintesi di prostaglandine e leucotrieni, che sono tra le principali molecole proinfiammatorie.
L’acido caffeico, l’acido cicorico e l’echinacoside presenti nell’echinacea hanno dimostrato attività antiradicalica. Inoltre la radice di E. purpurea ha evidenziato attività citotossica e pro-apoptotica (morte cellulare programmata). Sempre l’acido caffeico è risultato inibire l’enzima che i batteri usano per allentare i legami tra le molecole di acido ialuronico presente nel collagene (ialuronidasi batterica). I batteri che producono ialuronidasi penetrano con maggior facilità nei tessuti. L’inibizione di tale enzima favorisce la localizzazione dell’infezione evitando l’infiltrazione batterica in altri distretti. A livello dermatologico, l’inibizione della ialuronidasi presente nei tessuti, favorisce la riepitelizzazione e la cicatrizzazione delle ferite. Inoltre l’olio essenziale di E. pallida sembra possedere attività germicida nei confronti dei batteri Gram positivi con conseguente effetto antisettico.