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Vaiolo delle scimmie (Monkeypox, MPX)

Farmaci e terapie

Quali farmaci per il Vaiolo delle scimmie (Monkeypox, MPX)?

Non ci sono farmaci specifici per trattare il vaiolo delle scimmie (monkeypox, MPX). La malattia ha un decorso benigno e si risolve spontaneamente nella maggior parte delle persone infette. Se compaiono sintomi gastrointestinali significativi (diarrea, vomito) può essere indicato intervenire per via orale o parenterale per mantenere l’idratazione del paziente. In alcuni casi (uso compassionevole o protocolli di uso sperimentale) possono essere utilizzati farmaci antivirali, alcuni dei quali (brincidofovir, tecovirimat) sono stati approvati per la terapia del vaiolo umano utilizzando modelli animali (l’Organizzazione mondiale della sanità ha stabilito nel 1980 la scomparsa della malattia) (Adler et al., 2022).

Tecovirimat
In Italia è stato autorizzato l’antivirale orale tecovirimat (determina AIFA n.43 del 25 marzo 2022) per il trattamento negli adulti e nei bambini del vaiolo umano, vaiolo delle scimmie, vaiolo bovino. La dose raccomandata deve essere calibrata in base al peso del paziente -i dosaggi disponibili sono 200, 400, 600 mg da somministrare ogni 12 ore - e il farmaco va assunto a stomaco pieno. La terapia ha una durata di 14 giorni. Negli USA i CDC (Centers for Disease Control and Prevention) hanno messo a punto un protocollo per l’uso emergenziale di tecoviramat come terapia per l’infezione da Orthopoxvirus non variola, ovvero per la terapia del vaiolo delle scimmie, che include anche la possibilità di aprire la capsula orale e miscelare il contenuto con liquidi o alimenti morbidi per poter somministrare il farmaco a pazienti pediatrici con peso inferiore ai 13 kg (Rizk et al., 2022).

Tecovirimat blocca la diffusione del virus nelle cellule inibendo una proteina virale, VP37, comune agli Orthopoxvirus. Il farmaco è stato testato contro il vaiolo delle scimmie negli animali, ma non nell’uomo (Grosenbach et al., 2018; Quenelle et al., 2007). In studi di piccole dimensioni, tecovirimat è stato somministrato in associazione alle immunoglobuline per il vaccinia virus per il trattamento dell’eczema vaccinatum e della vaccinia progressiva in pazienti che avevano ricevuto il vaccino per il vaiolo umano (Centers for Disease Control and Prevention - CDC, 2009; Vora et al., 2008).

Brincidofovir, Cidofovir
Brincidofovir, approvato negli USA a giugno 2021 (specialità medicinale Tembexa) per il trattamento del vaiolo umano, è un analogo orale dell’antivirale cidofovir, utilizzato per trattare infezioni causate dal Citomegalovirs e, nei pazienti aciclovir-resistenti, infezioni causate da virus erpetici e dal virus della varicella zoster. Rispetto al cidofovir, il brincidofovir presenta un profilo di tollerabilità più favorevole, soprattutto in termini di minor tossicità renale. Entrambi i farmaci inibiscono la DNA polimerasi virale. Il brincidofovir è risultato efficace nel trattare l’infezione da orthopoxvirus in modelli animali, mentre il cidofovir ha evidenziato attività in vitro e in vivo (animali) contro il virus del vaiolo delle scimmie (Parker et 2012; Rice et al., 2011; Smee, 2008; Baker et al., 2003). Il cidofovir deve essere utilizzato insieme a probenecid e ad una soluzione salina endovenosa, mentre il brincidofovir richiede di monitorare la funzionalità epatica perché può causare un aumento delle transaminasi e della bilirubina sierica.

Immunoglobuline del vaccinia virus (VIG)
L’uso dell’immunoglobuline del vaccinia virus (VIG, Vaccinia Immune Globulin) non è stato validato nell’uomo in caso di vaiolo umano o vaiolo delle scimmie. Nei pazienti con immunideficienza severa delle cellule T, per i quali sono controindicati i vaccini a base di vaccinia virus, la somministrazione delle immunoglobuline VIG potrebbe essere un’opzione (Rizk et al., 2022).