Quali sono le cause del Tumore del colon-retto?
L’80% dei casi di tumore del colon-retto è di natura sporadica: i fattori di rischio riconosciuti per il suo sviluppo sono riconducibili a stile di vita (alimentazione, obesità, sedentarietà, fumo e alcool) e suscettibilità individuale (malattie infiammatorie croniche intestinali, polipi intestinali). I fattori di rischio legati allo stile di vita sono i soli modificabili (Chan, Giovannucci, 2010). Nel restante 20% dei casi, lo sviluppo di tumore del colon-retto è legato a suscettibilità genetica, e di questi, il 2-5% dipende dalla presenza di una sindrome ereditaria conosciuta (Jasperson et al., 2010; Ponz de Leon et al., 2006).
L’esposizione ai fattori di rischio, singolarmente o in associazione, aumenta la probabilità di sviluppare un tumore del colon-retto nell’arco della vita.
Fattori di rischio per tumore del colon-retto:
a) Stile di vita
b) Suscettibilità individuale
c) Suscettibilità genetica
Stile di vita
È stata dimostrata una correlazione tra lo sviluppo di tumore del colon-retto e una dieta caratterizzata da ampio consumo di carni rosse, insaccati, grassi animali e carboidrati raffinati. I meccanismi molecolari che determinano questa correlazione sono molteplici, complessi e non ancora completamente chiariti. L’inserimento nella dieta di cibi ad alto contenuto di fibre vegetali non assorbibili e carboidrati non raffinati sembrerebbe avere azione protettiva nei confronti dello sviluppo della neoplasia (Associazione Italiana di Oncologia Medica - AIOM, 2020; Chan, Giovannucci, 2010; Marshall, 2008).
Eccesso di peso, stile di vita sedentario non accompagnato da regolare attività fisica così come l’abitudine al fumo e all’assunzione di alcolici contribuiscono, insieme all’alimentazione scorretta, ad aumentare il rischio per lo sviluppo di tumore del colon-retto.
Alimentazione, obesità, sedentarietà e abitudine a fumo ed alcool sono fattori di rischio modificabili, ovvero è possibile ridurre attivamente il rischio di sviluppare tumore del colon-retto modificando l’esposizione individuale a tali fattori di rischio, attraverso la correzione di abitudini di vita e comportamenti.
Suscettibilità individuale
Le malattie infiammatorie croniche intestinali sono due, la malattia di Crohn e la colite ulcerosa. La presenza di una di queste patologie rappresenta una condizione di rischio aumentato per lo sviluppo di tumore del colon-retto. Il rischio di sviluppare neoplasia aumenta di circa 10 volte per ogni anno di malattia, ed è quindi più alto negli individui con insorgenza precoce di malattia (Freeman, 2008; Mallemkjaer et al., 1995).
La malattia di Crohn colpisce più frequentemente la parte finale dell’ileo e il colon, ma può coinvolgere qualsiasi zona del tratto gastrointestinale. È causata dall’infiammazione delle ghiandole intestinali (cripte), che determina la formazione di ascessi ghiandolari e di piccole ulcere sulla mucosa. I sintomi principali sono diarrea e dolore addominale. La progressione delle lesioni comporta il coinvolgimento completo della parete (ulcere transmurali), che porta alla formazione di fistole con altri organi, con possibile sviluppo di ascessi addominali. L’infiammazione determina edema della mucosa ed ispessimento della muscolaris mucosae, che possono provocare subocclusione intestinale.
La Colite ulcerosa coinvolge solo colon e retto. La localizzazione più frequente è quella rettale (proctite ulcerosa), che può poi estendersi variabilmente alle altre regioni del colon. Più raro è il coinvolgimento completo di colon e retto (pancolite). È caratterizzata dalla presenza di ulcerazioni superficiali della mucosa, tanto più estese quanto più è grave la malattia. Si manifesta con diarrea emorragica (rettorragia), dolore addominale e febbre. La complicanza più importante è la sovradistensione del colon e la sua conseguente possibile rottura (megacolon tossico).
Il trattamento delle malattie infiammatorie croniche intestinali è farmacologico (immunosoppressori e farmaci biologici) e chirurgico. I pazienti con malattia infiammatoria cronica intestinale devono essere regolarmente sottoposti a colonscopia allo scopo di prevenire una diagnosi tardiva di tumore del colon-retto.
La presenza di polipi intestinali aumenta il rischio di sviluppare neoplasia. I polipi intestinali sono adenomi, formazioni benigne, da cui originano la maggior parte dei tumori del colon-retto. Per questo motivo, i polipi riscontrati casualmente in corso di colonscopia vengono generalmente rimossi durante l’esecuzione dell’esame.
L’esposizione a terapia radiante in regione pelvica come trattamento per altre patologie può aumentare il rischio di sviluppare tumore del colon-retto. Ciò è dovuto alle caratteristiche di cancerogenicità intrinseca delle radiazioni ionizzanti.
Suscettibilità genetica
Una percentuale compresa tra il 20% e il 30% dei tumori del colon-retto è dovuto a suscettibilità genetica.
La familiarità per un tumore indica la ricorrenza, in diversi membri di uno stesso gruppo familiare, del medesimo tipo di neoplasia. Il rischio di sviluppare tumore del colon-retto nell’arco della vita, è raddoppiato in caso di riscontro della stessa neoplasia in consanguineo di primo grado. Si tratta in genere di individui con una suscettibilità genetica non legata a mutazioni conosciute, e che non sono attualmente inquadrati in una sindrome definita (Butterworth et al., 2006).
Tra i casi di tumore del colon-retto dovuti a suscettibilità genetica, il 2-5% circa è riconducibile a una sindrome ereditaria (Czene et al., 2002; Ponz De Leon et al., 2006; Jasperson et al., 2010).
Le sindromi ereditarie più frequenti, associate allo sviluppo di tumore del colon retto sono la poliposi adenomatosa familiare, la sindrome di Lynch e la Sindrome di Peutz-Jeghers.
La poliposi adenomatosa familiare (Familial Adenomatous Polyposis - FAP) è una malattia ereditaria autosomica dominante, caratterizzata dalla presenza di adenomi (polipi) del distretto colorettale, generalmente presenti in numero superiore a 100. Lo sviluppo di tumore del colon-retto in individui affetti da questa sindrome si verifica in genere entro i 40 anni d’età. Dopo la diagnosi, il trattamento di elezione è la proctocolectomia (asportazione completa di colon e retto) totale preventiva. Dopo l’intervento, i pazienti sono comunque sottoposti regolarmente a sorveglianza per il rischio di sviluppo di polipi nel tratto gastrointestinale superiore e di altre neoplasie, in particolare tumori del duodeno e tumori desmoidi dei tessuti molli (tumori benigni, localmente invasivi, con elevato tasso di ricorrenza).
La sindrome di Lynch (Hereditary Nonpolyposis Colorectal Cancer Syndrome - HNPCCS) è una sindrome ereditaria autosomica dominante, responsabile di circa il 2-3% dei casi di tumore del colon-retto. È dovuta alla presenza di una mutazione genetica a carico di geni che codificano enzimi coinvolti nei processi di riparazione del DNA. La diagnosi dipende dal sospetto anamnestico e viene confermata tramite indagini genetiche. Gli individui affetti da sindrome di Lynch devono essere sottoposti a sorveglianza anche per l'insorgenza di altri tumori, in particolare tumori dell'endometrio e tumori dell'ovaio.
La sindrome di Peutz-Jeghers è una malattia ereditaria autosomica dominante; è una poliposi del tratto gastrointestinale accompagnata da pigmentazione lentigginosa cutanea (dita) e mucosa (regione buccale e anale). Gli individui con sindrome di Peutz-Jeghers hanno un rischio significativamente aumentato di sviluppare tumori gastrointestinali (pancreas, stomaco, intestino tenue e colon) e non gastrointestinali (mammella, polmone, utero, ovaio, testicoli).