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Sindrome di Hashimoto

Farmaci e terapie

Quali farmaci per la Sindrome di Hashimoto?

Per la terapia ormonale della sindrome di Hashimoto di solito vengono usate preparazioni sintetiche (levotiroxina o L-tiroxina o L-T4) del sale sodico dell’isomero naturale della tiroxina (Garber et al., 2012). La terapia si basa sull’assunzione quotidiana della tiroxina sintetica somministrata a dosi di 1,6-1,8 microgrammi per kg di peso corporeo (Caturegli et al., 2014). È quindi un trattamento sintomatico, che affronta i sintomi e non la causa della malattia.

La levotiroxina è disponibile in compresse, pillole, capsule e formulazioni liquide. Se si desidera passare al farmaco generico, o in generale, usare un'altra marca di levotiroxina sodica è consigliabile parlarne con il proprio medico, poiché anche piccole variazioni di biodisponibilità possono influenzare l’effetto terapeutico del farmaco. La biodisponibilità di levotiroxina sodica può essere influenzata da numerosi fattori per questo per poter individuare il dosaggio ottimale bisogna valutare non solo i valori di TSH ma anche la storia clinica del paziente, il sesso, l’età, la presenza di altre malattie o l’uso di altri farmaci.

Dopo somministrazione, il picco sierico di levotiroxina si registra a distanza di 2-4 ore. La levotiroxina ha un’emivita molto lunga (7 giorni), per questo l’omissione di una dose giornaliera non provoca effetti significativi nei livelli sierici di TSH o di tiroxina libera. Nonostante questo però, in caso di mancata assunzione, è consigliabile prendere una dose doppia di farmaco il giorno seguente (Garber et al., 2012). Gli esami del sangue per monitorare il livello di TSH e T4 sono consigliati dopo 6 settimane dall’inizio della terapia. Dopo il primo controllo, la dose può essere adattata secondo le esigenze del paziente. La terapia non ha lo scopo di guarire dalla malattia, ma di riportare i valori di TSH, T3 e T4 nel range desiderabile e di tenere sotto controllo i sintomi dell’ipotiroidismo, fornendo all’organismo la quantità richiesta di ormone per ottemperare i processi metabolici.

Come accennato in precedenza, l’ipotiroidismo subclinico (alte concentrazioni sieriche di TSH ma valori di T4 nella norma e senza sintomi evidenti) è comune (prevalenza nella popolazione: 5-10%) (Pearce et al., 2013). Per questi pazienti, le linee guide consigliano di valutare caso per caso la necessità di iniziare o meno la terapia, perchè la decisione dipende da vari fattori, quali età e sesso del paziente, esistenza e gravità dei sintomi, gravidanza, presenza di altre malattie. In generale, quando il valore di TSH supera il limite superiore dell’intervallo normale, la riduzione è consigliata fino a valori di 2,5 mU/L; mentre, in accordo con le linee guida della European Thyroid Association, il trattamento dell’ipotiroidismo subclinico è consigliato in tutti i pazienti con TSH > 10 mU/L (forma grave di ipotiroidismo subclinico), mentre deve essere considerato con attenzione nei pazienti più anziani con valori di TSH sierico di 4,5-10 mU/L (forma più lieve di ipotiroidismo subclinico) (Pearce et al., 2013). Viene caldamente consigliato il trattamento dell’ipotiroidismo subclinico nelle donne che programmano di avere un figlio.