Quali sono le cause della Sindrome di Hashimoto?
In base alle conoscenze attuali, non è chiara la patogenesi della sindrome di Hashimoto; si può ipotizzare che un’interazione di fattori genetici e fattori ambientali porti allo sviluppo della malattia autoimmune. I meccanismi che portano a scatenare la risposta autoimmunitaria contro la tiroide non sono ancora chiari (Zaletel, Gaberscek, 2011). I fattori di rischio sono attribuibili a fattori genetici, endogeni e ambientali.
Il fattore genetico sembra avere un alto impatto nello sviluppo della malattia. Numerosi studi mostrano che in presenza di familiari con tiroidite di Hashimoto la probabilità di sviluppare la malattia aumenta in maniera sostanziale, suggerendo come la predisposizione genetica sia uno dei fattori scatenanti. Sono numerosi i geni identificati in associazione alla malattia: geni immunomodulatori come HLA, CTLA-4, il gene che codifica per la tireoglobulina, il gene che codifica per il recettore della vitamina D e geni relativi all’attività immunomodulatoria dell’organismo (Fiore et al., 2014; Domg, Fu, 2014; Zaletel, Gaberscek, 2011). Inoltre, la tiroidite è associata agli antigeni di istocompatibilità HLA 1 e 2, e la frequenza di sviluppo della malattia è maggiore in pazienti con disordini genetici come la sindrome di Down o di Turner.
Tra i fattori endogeni correlati con lo sviluppo della sindrome di Hashimoto particolare attenzione va data al sesso femminile. La patologia è infatti diagnosticata da 5 a 10 volte più spesso nelle donne che negli uomini. Probabilmente geni associati al cromosoma X portano una maggiore vulnerabilità nello sviluppo della malattia autoimmune. Tra i fattori endogeni correlati con lo sviluppo della sindrome di Hashimoto rientra anche la gravidanza. Durante la gravidanza, per favorire la crescita del feto, sia le risposte immunitarie cellulo-mediate che quelle umorali sono attenuate. A questo proposito è stata osservata una diminuzione delle concentrazioni di anticorpi tiroidei, con valori più bassi nel terzo trimestre di gravidanza. Dopo il parto, il ripristino della risposta immunitaria allo stato pre-gravidanza può causare il verificarsi o l'aggravamento della malattia autoimmune della tiroide (tiroidite post parto).
Fattori ambientali da considerare sono la mancanza o eccesso di iodio, l’esposizione a radiazioni, i trattamenti con farmaci immunomodulatori (ad esempio interferone, Interleuchina-2), la carenza di alcuni minerali, l’uso di alcuni medicinali (ad esempio litio, amiodarone), il contatto con alcuni agenti infettivi e il fumo (Zaletel, Gaberscek, 2011). L’associazione con le infezioni (come l’epatite C) è ancora oggetto di dibattito: gli studi disponibili sono insufficienti per poter confermare l’associazione tra infezioni virali e tiroidite autoimmune. Al contrario, l’associazione tra apporto di iodio e comparsa della malattia è ben documentata e numerosi studi confermano che un eccesso di iodio nella dieta è associato ad una maggiore possibilità di sviluppare malattie autoimmuni tiroidee (Zaletel, Gaberscek, 2011). Infine, il fumo sembra avere un effetto beneficiario nella comparsa di tiroiditi autoimmuni. Studi dimostrano che il tabacco è in grado di diminuire i livelli di anticorpi tiroidei. Il meccanismo dell’effetto protettivo del tabacco non è conosciuto e sono necessare ulteriori indagini per approfondire questa associazione (Caturegli et al., 2014). L’incidenza della sindrome di Hashimoto aumenta con l’età ed è più comune in persone che hanno familiari con patologie autoimmuni come diabete mellito di tipo 1, anemia perniciosa, morbo di Addison autoimmune, miastemia grave, gastrite atrofica (Pyzik et al., 2015; Garber et al., 2012).