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Sifilide

Sintomi

Quali sono i sintomi della Sifilide?

I sintomi della sifilide comprendono:

La lesione caratteristica della sifilide primaria è il sifiloma, che si forma in media dopo 2-6 settimane dal contagio (Stamm, 2016). Il sifiloma si presenta inizialmente come una papula rossa, non dolente, che evolve rapidamente in ulcera che, se strofinata, rilascia un liquido chiaro infetto. Il sifiloma si forma sulle mucose o sulla pelle, nel punto in cui il Treponema penetra nei tessuti. Le sedi principali in cui si sviluppa il sifiloma comprendono: pene, ano, retto nell’uomo; vagina, vulva, perineo nella donna; bocca, labbra in entrambi i sessi. Il sifiloma può non essere facilmente visibile soprattutto se la sede della lesione è nascosta o non facilmente ispezionabile (ano, cavità orale); inoltre non dà sintomi particolari (la lesione non provoca dolore). Circa una settimana dopo la comparsa della lesione primaria, il paziente può andare incontro a ingrossamento dei linfonodi regionali, che risultano duri, non suppurativi e non dolenti. Nel giro di 3-12 settimane il sifiloma guarisce (reazione attiva del sistema immunitario con fagocitosi del Treponema da parte dei macrofagi e produzione di anticorpi) (Stamm, 2016). La linfoadenopatia regionale può persistere per mesi (Harrison, 1995). Se l’infezione non è trattata in questo primo stadio, la malattia può progredire allo stadio successivo, classificato come secondario (circa un terzo dei pazienti non trattati evolve a sifilide secondaria) (Janier et al., 2014).

Nella sifilide secondaria si assiste alla diffusione delle spirochete, che sono riuscite ad eludere il sistema immunitario, dai linfonodi periferici a tutto l’organismo e questo segna il passaggio allo stato cronico di malattia. Il periodo di incubazione è di circa 6 settimane (Negosanti, 2008). L’infezione si manifesta clinicamente con la comparsa di un’eruzione cutanea (roseola o papulomatosi sifilica), caratterizzata da macchie rossastre o brune sui palmi delle mani e dei piedi o in altre zone del corpo. Queste macchie possono evolvere a papule, quindi a pustule. Le papule presenti nelle zone di cute soggetta a sfregamento (pieghe cutanee) possono formare delle lesioni umide, altamente infette. L’eruzione non dà prurito e si risolve spontaneamente. Questa fase della malattia può essere accompagnata da febbre, ingrossamento dei linfonodi (linfoadenopatia generalizzata), alopecia, mal di gola, mal di testa, calo ponderale, anoressia, dolore muscolare, stanchezza generalizzata, meningismo (meningita acuta: 1-2% dei pazienti). Più raramente possono comparire epatite, nefropatia, disturbi gastrointestinali, artrite, periostite, iridociclite (Harrison, 1995). Nei pazienti immunodepressi, le lesioni cutanee possono andare incontro a necrosi causando ulcere profonde. La sifilide secondaria può manifestarsi alcuni mesi dopo la cicatrizzazione del sifiloma oppure può sovrapporsi alla fase primaria dell’infezione. Può persistere per settimane o mesi e circa un quarto dei pazienti non trattati vanno incontro a recidive (Stamm, 2016).

Con la scomparsa dei sintomi che caratterizzano la sifilide secondaria, la malattia entra in una fase latente, caratterizzata da assenza di sintomatologia ma con test sierologici positivi per il Treponema ad indicare la presenza della spirocheta nei linfonodi e nella milza. La fase latente è indicata come “precoce” se si presenta entro 2 anni dall’infezione, tardiva se si presenta dopo i 2 anni secondo la World Health Organization, entro il primo anno o dopo il primo anno secondo l’European Centre for Disease Prevention and Control (Janier et al., 2014). Nella fase latente, l’assenza di lesioni alle mucose impedisce la trasmissione sessuale dell’infezione (la trasmissione materno fetale è sempre possibile). L’assenza di manifestazioni cliniche della fase latente è dovuta al controllo dell’infezione da parte del sistema immunitario. Circa due terzi dei pazienti non trattati rimane in questo stadio per il resto della vita, un terzo evolverà verso il terzo stadio (Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmesse – SIMaST, 2019; Stamm, 2016). Il passaggio dallo stadio latente o secondario allo stadio terziario è indistinto.

Nell’ultimo stadio (sifilide terziaria) è possibile individuare tre quadri clinici di riferimento che coinvolgono il sistema nervoso centrale, il sistema cardiovascolare, la comparsa di lesioni granulomatose più o meno estese. Prima dell’avvento degli antibiotici, circa un terzo dei pazienti arrivava allo stadio finale della malattia; oggi questo è un evento piuttosto raro. A livello neurologico si assiste ad un danno progressivo che a seconda dei sintomi e della gravità identifica un quadro clinico specifico: sifilide meningea, sifilide meningovascolare, paralisi cerebrale progressiva e tabe dorsale.  La sifilide meningea, che solitamente compare entro un anno dall’infezione, si manifesta con cefalea, nausea, vomito, rigidità del collo, paralisi dei nervi cranici, attacchi epilettici e alterazione mentale. La sifilide meningovascolare, tempo medio di latenza di 7 anni, si manifesta come ictus nell’area  di competenza dell’arteria cerebrale media; l’evento acuto può essere preceduto da cefalea, vertigini, insonnia e anomalie della personalità. La paralisi cerebrale progressiva (tempo medio di latenza: 20 anni) si manifesta con anomalie della personalità e delle emozioni, ipereccitabilità dei riflessi, disturbi agli occhi fino alla cecità, compromissione della capacità intellettiva e del linguaggio. La tabe dorsale compare dopo 25-30 dalla prima infezione, quando la malattia colpisce i cordoni posteriori del midollo spinale che vanno incontro ad un processo di demielinizzazione. I sintomi comprendono andatura instabile che porta l’individuo ad ampliare la base di appoggio, disturbi della sensibilità degli arti o di altre parti del corpo (parestesia), disturbi della vescica, impotenza, perdita della postura e assenza di riflessi, perdita della capacità di percepire il dolore profondo. La sifilide terziaria può interessare anche il sistema cardiovascolare (tempo medio di latenza: 10-40 anni): aortite sifilica, insufficienza aortica, aneurismi aortici (raramente dissecanti) e stenosi dell’imbocco coronarico. Lesioni granulomatose infiammatorie (gomme), sintomi di sifilide tardiva benigna, possono formarsi su pelle, scheletro, labbra, tratto respiratorio superiore, laringe, fegato e stomaco. Le gomme possono avere dimensioni ridotte o arrivare a dimensioni significative, simili a masse tumorali (Harrison, 1995). Circa metà dei pazienti che passa dalla sifilide secondaria alla forma terziaria sviluppa le lesioni granulomatose, l’altra metà andrà incontro alla forma neurologica o a quella cardiovascolare (Negosanti, 2008).

La siflide congenita, distinta in precoce o tardiva a seconda che i sintomi compaiano prima o dopo i due anni di età, si manifesta nella fase iniziale con sintomi simili a quelli che caratterizzano la sifilide secondaria grave nell’adulto: rinite, lesioni mucocutanee, osteocondrite delle ossa lunghe, ingrossamento del fegato e della milza (epatosplenomegalia), ingrossamento dei linfonodi (linfoadenopatia) anemia, ittero e neurosifilide. Manifestazioni tardive comprendono: cheratite interstiziale, sordità, problemi allo sviluppo dei denti, ragadi alla bocca, danni alle ossa lunghe e perforazione del setto nasale (naso della sella) (Stamm, 2016). La trasmissione dalla madre al feto può avvenire per via transplacentare durante la gravidanza oppure durante il parto per contatto con lesioni genitali materne.