Come prevenire la Sifilide?
La sifilide è un’infezione batterica trasmessa per via sessuale. A tutt’oggi non esiste un vaccino per prevenire l’infezione. Per evitare il contagio (prevenzione primaria) è indispensabile adottare misure comportamentali volte ad annullare il rischio di infezione.
Trattandosi di una malattia a trasmissione sessuale, è essenziale ricorrere a rapporti sessuali protetti (condom) anche in caso di sesso orale. Il profilattico svolge efficacemente un effetto barriera che ostacola il passaggio del batterio dal soggetto infetto a quello non infetto. I rapporti sessuali devono essere sospesi durante la terapia antbiotica e nel periodo necessario per controllare e accertare l’eradicazione del batterio. Deve essere inoltre tenuto presente che la sifilide non dà immunità permanente, per cui è possibile reinfettarsi.
Per ridurre la circolazione del batterio responsabile della sifilide a livello di popolazione e arginare quindi lo sviluppo di epidemie e prevenire la sifilide congenita, dovuta alla trasmissione materno fetale, è necessario verificare l’esito delle terapie farmacologiche prescritte con un monitoraggio del paziente nel tempo in modo da poter trattare eventuali casi di insuccesso terapeutico o di reinfezione, implementare programmi di formazione tra gli operatori sanitari e di sensibilizzazione ed educazione sanitaria a livello di popolazione, con particolare attenzione alle fascie di età più colpite (giovani adulti).
La sifilide è soggetta a notifica alle autorità sanitarie, in particolare in caso di sifilide primaria e sifilide congenita.
Le linee guida europee raccomandano lo screening per la sifilide nei seguenti casi (Janier et al., 2014):
Per limitare la diffusione della sifilide, le linee guida europee raccomandano l’importanza di notificare l’eventuale infezione al o ai partner sessuali. Questo consente al partner di essere informato sul rischio di contagio e sui servizi di assistenza medica e di counselling appropriati. Sia il paziente sia il partner dovrebbero poter disporre di informazioni, possibilmente scritte in modo chiaro e comprensibile, sulla malattia, su come trattarla e su quali precauzione adottare per la salute propria e degli altri (uso del preservativo, astensione dai rapporti sessuali, posticipare la ricerca di una gravidanza, evitare/sospendere la donazione di sangue, etc.). La notifica al partner sessuale risulta utile a livello di comunità come strumento per ridurre il carico di malattia, individuare eventuali pazienti con sifilide asintomatica e definire le modalità di circolazione dell’infezione nella popolazione (Janier et al., 2014).
Per partner sessuali si intendono le persone che hanno avuto un rapporto sessuale orale, vaginale o anale con individui infetti (indipendentemente se tale rapporto sia stato o non sia stato protetto). In caso di pazienti con sifilide primaria, si considerano contatti sessuali potenzialmente a rischio, e quindi soggetti a notifica, quelli avvenuti nei tre mesi successivi (periodo di incubazione della malattia). La probabilità che un partner sessuale possa contrarre l’infezione può arrivare al 40-60% in caso di sifilide primaria. La notifica dovrebbe essere estesa a due anni in caso di pazienti con sifilide secondaria con recidiva clinica o pazienti con sifilide latente precoce (entro 1 o 2 anni dall’infezione a seconda che ci si riferisca alla classificazione del World Health Organization o dell’European Centre for Disease Prevention and Control). Per i pazienti con sifilide latente tardiva o sifilide terziaria, il periodo da considerare per la notifica dei contatti sessuali è maggiore.
I contatti sessuali dovrebbero a rivolgersi alle strutture di assistenza sanitaria per eseguire i test per la sifilide per accertare/escludere il contagio. Per i contatti sessuali, le linee guida prevedono l’esecuzione dei test in sede di prima visita, quindi a distanza di 6 settimane e tre mesi.