Come si diagnostica lo Scompenso Cardiaco?
Gli esami disponibili per diagnosticare lo scompenso cardiaco sono:
L’anamnesi e l’esame obiettivo sono volti a valutare i sintomi che il paziente riporta e i segni che su di lui si possono notare.
Gli esami di laboratorio comprendono l’emocromo e la valutazione degli elettroliti sierici, il dosaggio del peptide natriuretico atriale (BNP, B-type Natriuretic Peptide) e del frammento amminoterminale del propeptide di tipo B (NTproBNP, N-terminal pro-B type natriuretic peptide) indicatori di sofferenza miocardica, nonché quesiti specifici utili ad identificare la causa dello scompenso cardiaco (infezioni, tireotossicosi, anemie gravi…).
L’elettrocardiogramma, o ECG, mostra, quando esistono, segni indiretti di scompenso cardiaco, fra i quali sovraccarico ventricolare, ipertrofia ventricolare, infarti recenti o avuto nel passato, ecc…
L’elettrocardiogramma è l’esame-chiave che permette di identificare presenza ed entità dello scompenso cardiaco poiché mostra la morfologia e il funzionamento del cuore. Permette di studiare i parametri fondamentali per capire la gravità dello scompenso, primo fra tutti, la frazione di eiezione, cioè la quantità di sangue che il cuore riesce a pompare ad ogni contrazione. Grazie alla modalità color-Doppler è possibile valutare e calcolare i flussi di sangue attraverso le camere del cuore (atri e ventricoli) e le valvole.
La radiografia del torace (RX torace) permette di visualizzare la morfologia del cuore. E’, più che altro, utile per la distinzione di eventuali altre patologie del sistema cardio-respiratorio.