Quali sono i sintomi della Scabbia?
Il sintomo principale tipico della scabbia è il prurito nelle zone di annidamento degli acari. Le parti del corpo più colpite sono le pieghe tra le dita, le natiche, i genitali esterni, i polsi e i gomiti e la piega del ginocchio. I segni clinici sono piccole papule (<5 mm) e cunicoli di colorito scuro, che appaiono come protuberanze che si formano in corrispondenza delle feci depositate e terminano in piccole vescicole in cui è presente l’acaro femmina (Hay et al., 2012; Murray et al., 2010). Questi segni caratteristici sono spesso difficili da identificare perché escoriati, ma in corrispondenza delle dita, delle anche, dei polsi e mani sono più visibili. Normalmente la testa non è un’area coinvolta anche se può essere infettata nei bambini più piccoli (Hay et al., 2012).
In seguito a grattamento possono formarsi escoriazioni cutanee, croste e può insorgere infezione batterica secondaria (Murray et al., 2010). Il grattamento continuo produce ferite aperte che possono facilitare l’infezione batterica con formazione di vesciche essudative.
La più frequente complicanza della scabbia è data dall’impetigine (o piodermite), infezione batterica cutanea causata da Streptococco Pyogenes o Staphylococcus Aureus(Engelman et al., 2013; Hay et al., 2012; Panahi et al., 2015). L’impetigine colpisce soprattutto i bambini ed è caratterizzata dalla presenza di vescicole che formano tipiche croste di color miele; le aree maggiormente coinvolte sono viso ed estremità (Bolognia et al., 2004). L’impetigine può portare a serie complicanze quali setticemia, patologie renali (glomerulonefriti) e cardiache (Engelman et al., 2013; Hay et al., 2012). L’infezione da Streptococcus Pyogenes può provocare febbre reumatica acuta, con conseguenti cardiopatie reumatiche (Fischer et al., 2012). A conferma di questo è stato osservato che nei paesi in cui l’incidenza di febbre reumatica è alta, l’infezione della gola causata da Streptococco è inferiore rispetto a quella della pelle determinata dallo stesso patogeno (Hay et al., 2012; McDonald et al., 2004). Possono insorgere, talvolta, disordini renali asintomatici nei bambini che portano allo sviluppo di patologie renali in età adulta. In Australia del Nord è stata registrata un’incidenza di glomerulonefrite acuta secondaria ad un’infezione della pelle del 10% fra i bambini, dei quali il 24% era affetto anche da ematuria (Hay et al., 2012). Nei paesi in cui l’incidenza di infezioni secondarie alla scabbia è molto alta, la glomerulonefrite può indurre proteinuria persistente con un rischio potenziale a lungo termine di danno renale. In uno studio di coorte retrospettivo, condotto in una comunità aborigena, l’incidenza di albuminuria (rapporto albumina/creatinina urinario ACR > 34 mg/mmoli) 12 anni dopo una glomerulonefrite post-streptococcica è risultata pari al 13% (vs 4% nel gruppo di controllo) (White et al., 2001).
In Gambia è stata osservata correlazione tra setticemia infantile da Staphylococcus aureus e presenza di rash cutaneo, tipico della scabbia (Hay et al., 2012; Mulholland et al., 1999).
La reazione immunitaria all’acaro della scabbia può portare alla formazione di lesioni papulo-nodulari (noduli post-scabetici), comuni nelle aree genitali e che si sviluppano più tardivamente o possono insorgere anche dopo trattamento. Generano intenso prurito e possono permanere per parecchi mesi (Hashimoto et al., 2000; Hay et al., 2012).
Il periodo di incubazione della scabbia è piuttosto lungo, i primi sintomi possono essere avvertiti dopo circa 4-6 settimane dalla prima esposizione (Panahi et al., 2015). In persone già esposte precedentemente e quindi sensibilizzate, il periodo di incubazione può essere più breve, da 1 a 4 giorni. Le persone soggette a reazioni di ipersensibilità ritardata o di tipo IV mostrano una variabilità nelle risposte cliniche della scabbia.
Nei pazienti con immunodeficienza si può sviluppare una particolare forma di scabbia, chiamata “scabbia norvegese”. Questa variante è stata osservata anche in alcune persone con sindrome di Down. La scabbia norvegese si caratterizza per la presenza di migliaia di acari nell’epidermide che causano dermatite generalizzata, con sviluppo esteso di squame e croste che sono più pronunciate in corrispondenza di protuberanze come dorso delle dita, orecchie e polsi, e aumento di spessore della pelle (Hay et al., 2012; Murray et al., 2010; Walton et al., 2004).