Come si diagnostica la Scabbia?
La diagnosi della scabbia è clinica, avviene cioè a partire dai sintomi (prurito che si intensifica nelle ore notturne) e dai segni clinici dovuti alla presenza del parassita. I soggetti mostrano caratteristiche lesioni, visibili, che appaiono come cunicoli cutanei corti di colore scuro e mostrano una tipica distribuzione corporea (i siti più indicativi sono mani, dita delle mani e genitali esterni).
Il rilevamento clinico dei segni e sintomi della scabbia è il metodo principale di diagnosi nei paesi poveri.
Ai primi stadi della malattia, tuttavia, i segni di rash cutaneo non sono univoci per la scabbia, ma appaiono simili in altre condizioni (acne, punture di zanzara); solo il prurito inarrestabile è tipico della scabbia (Hay et al., 2012; Panahi et al., 2015).
La presenza di prurito e lesioni deve essere confermata dal rilevamento dell’acaro, tramite microscopia, in piccole ferite superficiali della pelle per avere una diagnosi definitiva e certa. Solitamente si provocano piccole lesioni nella parte terminale di un cunicolo fresco e il materiale biologico viene poi messo su vetrino per la visualizzazione al microscopio. Per consentire una visualizzazione ottimale si aggiunge ai frammenti di pelle una o due gocce di una soluzione di idrossido di potassio al 20%. Quindi i frammenti vengono esaminati con un microscopio a basso ingrandimento. Con l’utilizzo del microscopio si è in grado di individuare e distinguere l’acaro dalle uova. Anche sezioni di biopsie cutanee possono essere utilizzate a tale scopo (Murray et al., 2010). In alcune sezioni di tessuti bioptici possono essere osservate infiltrazioni cellulari che portano alla formazione di noduli post-scabetici tardivi (Hashimoto et al., 2000).
La rilevazione tramite microscopio è un metodo economico ma è lungo e presenta un elevato margine di errore (Hay et al., 2012) (la sensibilità del microscopio è intorno al 50%). E’ quindi stato sviluppato un metodo di diagnosi di laboratorio che si basa sullo studio del gene dell’enzima mitocondriale citocromo C ossidasi, subunità 1 (cox1), tramite la reazione a catena della polimerasi (PCR, Polymerase Chain reaction) classica o Real Time PCR quantitativa. Entrambi i saggi si sono rivelati specifici e molto sensibili, con un valore predittivo del 100%, sia in caso di risultato positivo, sia negativo. I campioni di cute di pazienti affetti da scabbia norvegese hanno rivelato che il DNA dell’acaro diventa negativo due settimane dopo il trattamento (Wong et al., 2015). I test di laboratorio basati sulla PCR non sono utilizzati nei paesi tropicali; in questi paesi la diagnosi può essere ottenuta attraverso algoritmi, basati su una combinazione di segni e sintomi (Hay et al., 2012). Sono stati sviluppati algoritmi differenti in Mali (Mahe et al., 2005) e nelle isole Fiji (Steer et al., 2009).