La parotite è un’infezione virale acuta che colpisce le parotidi, le ghiandole salivari più grandi, e con minor frequenza, le ghiandole salivari sottolinguali e sottomandibolari. (leggi)
La parotite è causata da un virus appartenente alla famiglia Paramyxoviridae, genere Rubulavirus, a singolo filamento negativo di RNA. (leggi)
Il sintomo caratteristico della parotite è rappresentato dall’ingrossamento delle parotidi, le ghiandole salivari di maggiore dimensione, poste dietro alla mandibola e sotto l’orecchio. (leggi)
Sulla base del quadro clinico presentato dal paziente il medico pone diagnosi clinica di parotite. (leggi)
Il trattamento della parotite è sintomatico, non esistono farmaci specifici per questo tipo di infezione virale. (leggi)
La parotite, infezione virale delle ghiandole salivari parotidi, può essere efficacemente prevenuta con la vaccinazione che dà imunità permanente. (leggi)
Se ritieni di avere i sintomi della parotite, o se a qualcuno dei tuoi familiari è stata diagnosticata la parotite, parlane con il tuo medico di fiducia. (leggi)
Le medicine non convenzionali tendono ad avere un approccio olistico nei confronti della malattia, tendono cioè a considerare “il malato“ nella sua complessità di individuo, al di là del singolo organo malato. (leggi)
Le informazioni contenute nella ricerca Pharmamedix dedicata alla parotite sono state analizzate dalla redazione scientifica con riferimento alle fonti seguenti. (leggi)
Che cos'è la Parotite?
La parotite è un’infezione virale acuta che colpisce le parotidi, le ghiandole salivari più grandi, e con minor frequenza, le ghiandole salivari sottolinguali e sottomandibolari. L’ingrossamento delle parotidi, situate dietro la mandibola e sotto le orecchie, conferisce un particolare aspetto al paziente da cui il nome comune dato all’infezione di “orecchioni”.
Il virus della parotite ha come unico serbatoio l’uomo per cui l’infezione si trasmette esclusivamente da una persona all’altra attraverso la secrezione salivare infetta (tosse, starnuti) oppure tramite le secrezioni nasofaringee infette. Non è esclusa la possibilità di contagio diretto attraverso oggetti contaminati (ad esempio le posate). La fascia di popolazione più colpita è quella pediatrica tra i 5 e i 9 anni. La parotite presenta un picco stagionale nei mesi primaverili (aprile-maggio). L’infezione è contagiosa a partire da qualche giorno prima la comparsa dei sintomi (a seconda delle fonti si riportano 1-2 giorni prima e fino a 6 giorni prima la comparsa dei sintomi) fino a circa 5-9 giorni dopo (Epicentro, 2018; Ugazio et al., 2017). Il periodo di incubazione della parotite è in media di 2-3 settimane. Una volta contratta l’infezione, l’immunità dura tutta la vita (Epicentro, 2018).
Il sintomo classico della parotite è l’ingrossamento delle parotidi che si manifesta improvvisamente e causa dolore durante la deglutizione e la masticazione. Sintomi prodromici, che precedono cioà la fase acuta dell’infezione, sono rappresentati da febbre, mal di testa, malessere e mancanza di appetito (Rubin et al., 2015). In due terzi dei pazienti, l’infezione è bilaterale, colpisce entrambe le ghiandole parotidi. Da circa un terzo alla metà delle infezioni, la parotite si presenta asintomatica o con sintomi sfumati e aspecifici a carico delle vie aeree superiori. La malattia si risolve spontaneamente in media in una quindicina di giorni (Rubin et al., 2015).
La parotite può essere associata a complicanze perché il virus può diffondere dalla ghiandole salivari ad altri tessuti dell’organismo. Le complicanze più frequenti comprendono: pancreatite (4%), meningite (fino al 10%), encefalite (0,06-0,3%), orchite (fino al 38% dei maschi in età post puberale), ovarite (5% delle ragazze in età postpuberale), sordità (unilaterale sensoriale, 0,007%). Nei bambini le complicanze possono lasciare conseguenze permanenti che, oltre alla perdita di udito, comprendono epilessia, paralisi dei nervi facciali e idrocefalo (Rubin et al., 2015). L’infezione è letale nello 0,02% dei pazienti (Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019).
Il virus della parotite è in grado di attraversare la placenta (evidenze in primati e isolamento del virus nei feti in seguito ad aborto da madri con parotite) (Kurtz et al., 1982; Yamauchi et al., 1974). Il virus è stato isolato anche alla nascita in bambini nati da madri infette e nel latte materno, ma solo in pochi casi la presnza del virus si è tradotta in parotite perinatale (non è noto se l’allattamento al seno possa essere una possibile causa di malattia) (Lacour et al., 1993; Jones et al., 1980; Kilham, 1951). L’infezione non sembra comunque causare malformazioni congenite (Siegel M, 1973).
Il trattamento della parotite è sintomatico. Gli antibiotici non sono indicati trattandosi di un’infezione virale.
La parotite può essere efficacemente prevenuta con la vaccinazione.