Quali sono le cause della Mononucleosi?
La mononucleosi è una malattia infettiva, causata dal virus Epstein-Barr (EBV). Il virus EBV appartiene alla famiglia degli herpes virus e possiede un genoma di DNA a doppio filamento di circa 172000 paia di basi.
Due sono i ceppi del virus Epstein-Barr che infettano gli umani, entrando nell’organismo attaccando le cellule epiteliali della cavità orofaringea e, in seguito, infettando le cellule epiteliali delle tonsille e i linfociti B, nei quali entrano interagendo con il recettore del complemento CR2, presente sulla superficie cellulare.
All’insorgenza dei sintomi della malattia acuta, in genere dopo 4-6 settimane, la carica virale è elevata sia nella cavità orale che nel sangue. Alla carica virale si accompagna la risposta immunitaria, con l’aumento di immunoglobuline (anticorpi) IgM e la proliferazione dei linfociti T CD8, ad azione citotossica diretta sia contro le cellule portatrici di infezione citolitica (produzione di nuovi virioni) che verso quelle portatrici di infezione latente.
In genere l’infezione delle cellule epiteliali è litica e termina con il rilascio di nuovi virioni, mentre l’infezione nei linfociti B rimane latente: il genoma virale nel nucleo cellulare circolarizza a dare una struttura detta episoma, che potenzialmente conferisce alla cellula la capacità di proliferazione illimitata. Tuttavia l’immortalizzazione cellulare e il conseguente disordine iperproliferativo sono rari, grazie all’instaurarsi dell’azione immunitaria. È, infatti, dall’interazione tra infezione virale e sistema immunitario che emerge la mononucleosi (Straus et al., 1993).
La mononucleosi è caratterizzata da un numero molto elevato di cellule T CD8, ma anche i linfociti T CD4 e le cellule NK giocano un ruolo importante. Il nome “mononucleosi”, infatti, deriva dal fatto che durante la malattia si osserva un elevato numero di linfociti (cellule mononucleate) attivati nel sangue, in risposta all’infezione virale (Balfour et al., 2015).