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Malaria

Diagnosi

Come si diagnostica la Malaria?

Gli esami disponibili per diagnosticare la malaria comprendono:

Esame clinico
L’esame clinico pone il sospetto di malattia a partire dai sintomi presentati dal paziente e da eventuali fattori di rischio (ad esempio viaggi in aree dove la malaria è endemica). I soli sintomi, infatti, non sono sufficienti per diagnosticare la malaria perché generici e comuni a molte malattie o condizioni cliniche (febbre, brividi, mal di testa, mancanza di appetito).

Emoscopia
La diagnosi di malaria si basa sulla ricerca del plasmodio in un campione di sangue analizzato al microscopio ottico (emoscopia). Le capacità tecniche di chi effettua l’esame microscopico sono fondamentali per garantire una diagnosi accurata. Il campione può essere preparato secondo la tecnica della goccia spessa o dello striscio sottile. Con la goccia spessa è possibile valutare la parassitemia (percentuale di glubuli rossi infettati), mentre con lo striscio sottile è possibile identificare la specie di plasmodio. Se l’infezione è rilevante, la parassitemia può essere stabilita anche con lo striscio sottile. Se il primo test dello striscio di sangue è negativo, il test deve essere ripetuto ad intervalli di 4-6 ore. La tecnica della goccia spessa è più sensibile ma meno specifica dello striscio sottile, che in caso di parassitemia bassa può dare falsi negativi.

L’identificazione della specie di plasmodio è importante per definire terapia e prognosi. Il P. falciparum causa la forma più grave di malattia, anche se casi di malaria severa e complicata sono stati osservati con P. knowlesi. Pertanto il primo step diagnostico è verificare la presenza/assenza di P. falciparum. In assenza di P. falciparum, è importante identificare se l’agente causale della malattia sia P. ovale o P. vivax perché queste due specie possono dare recidive a distanza di anni per la presenza di forme di parassiti latenti nelle cellule epatiche. L’emoscopia comunque può dare esiti incerti nell’identificazione della specie di parassita perché P. vivax e P. ovale sono simili e P. malariae presenta una morfologia non distinguibile da quella di P. knowlesi (Rugarli, 2015).

Test ematici rapidi
Sono disponibili in commercio dei test ematici rapidi (RDTs, Rapid diagnostic tests) per la diagnosi di malaria, complementari all’emoscopia, che, sfruttando tecniche di immunocromatografia, si basano sull’identificazione di proteine specifiche del plasmodio (HRP-2, una proteina ricca in istidina associata soprattutto a P. falciparum) o sull’attività di enzimi (lattato deidrogenasi o aldolasi). I test ematici rapidi presentano una sensibilità sovrapponibile all’emoscopia in caso di bassa parassitemia, alcuni consentono di individuare una sola specie di plasmodio (P. falciparum), altri uno o più specie tra quelle diverse da P. falciparum (P. vivax, P. ovale, P. malariae). Se possibile comunque i test rapidi dovrebbero essere sempre abbinati all’emoscopia perché in alcuni casi i test rapidi possono dare esiti dubbi (impossibilità di individuare infezioni nuove o già trattate per la persistenza della proteina HRP-2; presenza di ceppi di P. falciparum con perdita della proteina HRP-2; bassa sensibilità verso P. malariae e P. ovale; eterogeneità della qualità dei kit per i test rapidi disponibili in commercio). Un esito negativo per entrambi i tipi di test, rapidi ed emoscopia, non esclude al 100% la malaria nei pazienti con bassa parassitemia.

Immunodiagnosi e test molecolari
La ricerca degli anticorpi verso i parassiti della malaria non è abbastanza specifica e sensibile per essere utilizzata normalmente per diagnosticare la malaria. I test sierologici possono essere utilizzati negli studi di epidemiologia.

I test biochimici, come la PCR (Polymerase chain reaction) sono caratterizzati da un’elevata sensibilità e sono molto utili soprattutto in caso di infezioni malariche sostenute da più di una specie di plasmodio, in particolare quando la densità dei parassiti è molto bassa per poter ricorrere all’emoscopia o ai test diagnostici rapidi. La PCR consente inoltre di rilevare mutazioni associate a farmaco-resistenza. I test biochimici non sono utilizzati in genere su larga scale, soprattutto nelle aree dove la malaria è endemica, per i costi e la necessità di laboratori attrezzati (Whorld Health Organization – WHO, 2015).