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Ipertensione

Cause

Quali sono le cause dell'Ipertensione?

L’ipertensione arteriosa nella maggior parte dei pazienti adulti (90-95%) è di origine primaria (ipertensione essenziale) le cui cause non sono facilmente identificabili.

Le possibile cause che possono portare ad un aumento dei valori di pressione arteriosa comprendono:
• fattori genetici
• fattori fisiologici (età)
• alterazioni patologiche (incremento del tono del sistema nervoso simpatico, alterata capacità del rene ad eliminare il sodio)
• fattori ambientali (stress, obesità, fumo, sedentarietà)
• alimentazione (eccessivo consumo di sale)

In alcuni pazienti (5-8%) invece l’ipertensione arteriosa è conseguente ad altre malattie (ipertensione secondaria).

Le cause di ipertensione secondaria comprendono (Strocchi, 2001):
• stenosi dell’arteria renale
• malattie del rene (glomerulonefrite acuta e cronica, pielonefrite cronica, malattia policistica del rene, vasculiti renali, tumori secernenti renina)
• costrizione dell’aorta (coartazione aortica)
• rigidità dell’aorta
• poliarterite nodosa
• aumento della gittata del cuore
• aumento del volume intravascolare (policitemia vera, trasfusioni eccessive)
• feocromocitoma
• iperaldosteronismo
• iperplasia surrenalica
• sindrome di Cushing
• malattie della tiroide
• iperparatiroidismo
• acromegalia
• cause psicogene
• aumento della pressione intra-cranica
• sindrome delle apnee notturne
• stress acuti
• ipertensione da farmaci (contraccettivi orali, amine simpatico mimetiche, cortisone, ciclosporina, FANS, liquirizia)

La relazione fra ipertensione essenziale e fattori genetici è stata dimostrata. La familiarità per ipertensione aumenta il rischio di sviluppare questa condizione patologica, ma non ne rappresenta una certezza. I fattori ambientali, l’età e l’alimentazione possono infatti giocare a favore o sfavore per lo sviluppo dell’ipertensione arteriosa.

I fattori ambientali influenzano l’espressione delle anomalie genetiche, che possono riguardare la capacità renale di regolare l’omeostasi del sodio (ritenzione/escrezione renale del sodio), la vasocostrizione funzionale o il tono muscolare vasale (alterazioni delle cellule muscolari lisce presenti nella parete vasale). La riduzione dell’escrezione del sodio (su base genetica) comporta, a cascata, un aumento della ritenzione renale di acqua e sali, l’aumento del volume di sangue e di liquido extra-cellulare e, infine l’aumento della gittata cardiaca con conseguente ipertensione (la pressione arteriosa è il risultato del prodotto fra gittata cardiaca e resistenze vascolari periferiche). La vasocostrizione funzionale può essere dovuta all’aumento del rilascio di sostanze vasocostrittrici e/o all’incremento della sensibilità della parete vasale a queste sostanze. La vasocostrizione funzionale e/o l’aumento del tono muscolare vasale determinano l’incremento delle resistenze vasali periferiche con conseguente ipertensione (Strocchi, 2011).

Nei pazienti anziani (età > 65 anni), i valori della pressione arteriosa tendono ad aumentare. La pressione sistolica aumenta fino ai 70-75 anni, mentre la diastolica fino ai 60-65 anni; successivamente la pressione arteriosa tende a stabilizzarsi o a diminuire. La correlazione fra età e pressione arteriosa è stata evidenziata nelle società industrializzate, ma non nelle società poco evolute (Zangara, 2000).

L’alimentazione, in particolare l’eccessivo introito di sale (NaCl, sodio cloruro), possono influenzare lo sviluppo di ipertensione arteriosa (Law, 1997). In alcune popolazioni la cui dieta è povera di sale (consumo giornaliero inferiore ai 3 grammi) l’ipertensione arteriosa è una condizione poco frequente così come l’aumento dei valori medi di pressione con l’aumentare dell’età. E’ stato dimostrato come una riduzione dell’apporto giornaliero di sodio negli adulti da 10,5 g a meno di 6 grammi comporti una diminuzione della pressione arteriosa di 4-6 mmHg e questo è stato osservato anche nei bambini (Cutler et al., 1997; Robertson, 2003; He, Mac Gregor, 2006).