Come si diagnostica l'Infezione da West Nile Virus?
Gli esami disponibili per diagnosticare l’infezione da West Nile Virus comprendono:
La diagnosi dell’infezione da West Nile Virus si basa sulla ricerca nel sangue degli anticorpi virali (test sierologici). Gli anticorpi ricercati appartengono alla classe delle immunoglobuline di tipo M (IgM) e G (IgG) e i test effettuati con metodo immunoenzimatico (ELISA, Enzyme-linked immunosorbent Assay) o immunofluorescente possono essere condotti oltre che su siero anche sul fluido cerebrospinale (anche noto come liquor o liquido cefalorachidiano).
Gli anticorpi IgM anti West Nile Virus possono persistere per lungo tempo (anche 12 mesi) e pertanto possono essere indicativi anche di un’infezione avvenuta precedentemente. Se la ricerca degli anticorpi viene fatta entro la prima settimana dalla comparsa dei sintomi, il test potrebbe risultare negativo e pertanto deve essere eseguito una seconda volta, a distanza di tempo, per poter escludere l’infezione. La sieroconversione (aumento del titolo di anticorpi nel tempo) o l’aumento di almeno 4 volte il titolo di anticorpi sono indicativi di infezione recente. Gli anticorpi IgG compaiono qualche giorno dopo le IgM e persistono per anni. L’interpratazione dei test sierologici (ricerca degli anticorpi IgM e IgG nel siero o nel liquido cefalorachidiano) possono essere complicati per la presenza di reattività crociata con anticorpi dovuti ad altri flavivirus (infezioni precedenti e/o vaccinazioni). Per questo motivo, in caso di positività dei test sierologici si procede con un test di conferma (Microneutralization assay, MNTA o Plaque Reduction Neutralization test, PRINT), che però richiede alcuni giorni per l’esito (Rossini, 2014).
In alternativa ai test sierologici, è possibile effettuare una coltura virale da campioni biologici o ricercare l’RNA virale tramite PCR (Polymerase Chain Reaction) entro una settimana dall’insorgenza dei sintomi (nell’uomo la viremia da West Nile Virus è di breve durata e a basso titolo).
I campioni biologici su cui effettuare la diagnosi di infezione da West Nile Virus sono: siero, urine e liquido cefalorachidiano. Nelle urine i livelli di RNA virale risultano più elevati rispetto a quelli riscontrabili nel siero e nel liquido cefalorachidiano (Barzon et al., 2013).
Si definisce come caso probabile di infezione neuroinvasiva da West Nile Virus la persona che soddisfa il criterio clinico (presenza di febbre > 38°C, o sintomo neurologico, ovvero encefalite, meningite a liquor limpido, poliradicolo-neurite, paralisi flaccida acuta) e il criterio di laboratorio per caso probabile (test positivo per gli anticorpi virali specifici). Il caso è confermato quando è soddisfatto il criterio clinico e/o almeno uno dei criteri di laboratorio definiti per caso confermato (isolamento del virus nei siero, urine e/o liquor; identificazione dell’acido nucleico, l’RNA virale, nel siero, urine o liquor; risposta anticorpale specifica nel liquor; titolo elevato di anticorpi IgM per il virus West Nile e identificazione nel siero di anticorpi IgG nel siero e conferma mediante neutralizzazione) (Ministero della Salute, 2018).