Quali sono le cause dell'Infezione da West Nile Virus?
L’infezione è causata da un arbovirus, il West Nile Virus (WNV), appartenente al genere Flavivirus, della famiglia Flaviviridae.
Si tratta di un virus a singolo filamento di RNA, correlato al virus dell’Encefalite Giapponese e dell’Encefalite St. Louis; allo stesso genere di virus appartengono anche i virus responsabili dell’Encefalite della Valle del Murray, il virus Usutu, Kunjin, Kokobera, Stratford e Alfuy (Salcuni, Rizzo, 2011).
Strutturalmente, il West Nile Virus presenta forma sferica. Il genoma (RNA) è avvolto da una membrana (nucleocapside) proteica (proteina C) a sua volta protetta da una sorta di guscio (envelope) formato da due proteine virali, proteina E e M, e da parti della membrana cellulare della cellula ospite (Slcuni, Rizzo, 2011).
Il virus viene trasmesso attraverso la puntura di zanzare soprattutto del genere Culex (C. quiquefasciatus, C. tarsalis, C. nigripalpus, C. pipiens, C. restuans) che svolgono la funzione di vettore della malattia. Gli uccelli selvatici rappresentano il serbatoio (reservoir) naturale di infezione e possono contrarre il virus sia mangiando zanzare infette che tramite la puntura dell’insetto. Cavallo, uomo, cane, gatto, coniglio e altri piccoli mammiferi, rappresentano ospiti occasionali, non in grado di infettare, a loro volta, il vettore naturale della malattia, la zanzara (nei mammiferi la replicazione del virus non raggiunge valori sufficienti per l’infezione di un nuovo vettore). I cavalli possono sviluppare sintomi clinici neurologici per la presenza del virus a livello cerebrale o del midollo spinale.
Morti improvvise nelle specie di uccelli (soprattutto passeriformi) che possono essere infettati dal West Nile Virus rappresentano un evento “sentinella” per la circolazione del virus in una determinata area geografica.
Una volta infettata la zanzara, il virus raggiunge l’intestino da cui dopo replicazione si diffonde in tutti i tessuti. Il virus rimane presente nell’insetto per tutto il ciclo vitale di quest’ultimo. La zanzara trasmette il virus alle uova; gli insetti che derivano da queste uova risultano già infetti. La zanzara Culex inoltre può sopravvivere nella stagione invernale come insetto “dormiente”, riprendendo il suo ruolo di “vettore” nella primavera successiva (Sicuni, Rizzo, 2011).
Il West Nile Virus presenta diversi sottotipi a seconda del tipo di proteine che formano l’envelope virale. I sottotipi (anche ceppi o lineages) principali sono 2: il primo (lineage 1) è suddiviso in 3 classi a seconda della zona di provenienza (classe A: Europa, Africa, Medio Oriente, America; classe B: Australia; classe C: India); il secondo (lineage 2) comprende il ceppo B 956 e ceppi provenienti dall’Africa Subsahariana e dal Madagascar. Negli ultimi anni sono stati proposti altri due sottotipi, lineage 3 e 4, che presentano differenze genetiche rispetto al lineage 1 e 2 (lineage 3: Rabensburg virus dalla Repubblica ceca; lineage 4: un solo virus isolato nel Caucaso). Nell’uomo i virus isolati finora appartengono ai lineage 1 e 2 (il ceppo prevalente nei casi segnalati in Italia nell’estate 2018 appartiente al tipo 2).
Nell’uomo, il virus si replica nei cheratinociti e nelle cellule di Langerhans del derma. Queste ultime sono cellule (cellule dendritiche) appartenenti al sistema immunitario, capaci di presentare sulla propria superficie proteine antigeniche, cioè in grado di innescare la risposta immunitaria. La replicazione del virus a livello della pelle coincide con la prima viremia. Dal derma, il virus raggiunge il sistema linfatico e infine il sangue. La diffusione del virus negli organi linfatici (milza) e il passaggio nel sangue, determina la seconda viremia (2-4 giorni dopo l’infezione) (Pliego Zamora, 2015). La comparsa di anticorpi del tipo IgM coincide con la fine della viremia. Al momento della comparsa dei sintomi clinici non è presente viremia. Nell’uomo, la viremia ha una durata di circa una settimana.