Come si diagnostica la Gotta?
Gli esami disponibili per diagnosticare una gotta sono:
In caso di infiammazione a un’articolazione è possibile effettuare un’artrocentesi, che consiste nel prelievo del liquido sinoviale (liquido interno all’articolazione) dall’area infiammata. Il liquido viene analizzato al microscopio per valutare la presenza di cristalli di acido urico, che confermerebbero la diagnosi di gotta.
Generalmente tra gli esami diagnostici di gotta si raccomanda lo svolgimento delle analisi del sangue per quantificare i livelli di acido urico circolante. Questo test non è sempre significativo, perché spesso la quantità di acido urico durante un attacco acuto di gotta risulta nella norma, anche se è elevata in altri momenti della malattia. È, inoltre, importante considerare che non tutte le persone con acido urico nel sangue elevato sviluppano la gotta (Mayo Clinic, 2015).
Per valutare lo stato delle articolazioni e la presenza di cristalli di acido urico esistono varie tecniche di imaging, che sono impiegate nell’ambito della diagnosi e nell’accertamento dello stadio di avanzamento della gotta.
L’ultrasonografia è molto utilizzata perché consente di visualizzare i depositi tofacei, l’erosione ossea e l’aumentata vascolarizzazione dovuta al processo infiammatorio.
La radiografia a raggi X può essere utile ad uno stadio avanzato della gotta per osservare l’erosione delle ossa articolari.
L’utilizzo della tomografia computerizzata (TC) dual-energy è meno diffuso, a causa del costo elevato; attraverso questa analisi è possibile la visualizzazione e la determinazione del volume dei cristalli di acido urico, anche in un momento di infiammazione non acuta. È molto adoperata per la visualizzazione dei calcoli renali.
Infine con la risonanza magnetica è possibile indagare l’effettiva estensione della gotta, attraverso l’individuazione degli accumuli di acido urico anche nei tessuti più profondi (Girish et al., 2013).