Quali sono i sintomi del Glaucoma?
Glaucoma ad angolo aperto
Il glaucoma ad angolo aperto è caratterizzato da un decorso cronico e progressivamente invalidante. Poiché l’evoluzione del glaucoma molto lenta, il paziente è asintomatico per la maggior parte del tempo e percepisce i primi disturbi quando ormai la patologia è in fase avanzata e il danno al nervo ottico è irreversibile. L’alterazione del campo visivo porta a graduale perdita della visione dalla periferia al centro. Il paziente percepisce i disturbi legati al campo visivo quando diventa sensibilmente ridotto e la visione periferica è già compromessa, in uno stadio preterminale della malattia. In questo stadio il paziente presenta difficoltà di deambulazione (inciampa nei gradini, urta gli spigoli delle porte..), ha difficoltà alla guida, omette qualche parola durante la lettura perché perde sensibilmente la visione (tunnel vision) (Azzolini et al., 2014; Mayoclinic, 2015; Polimeni et al., 2014).
In caso di glaucoma secondario si manifestano i segni e i sintomi tipici della condizione primaria (patologia), oltre che quelli caratteristici del glaucoma (Mayoclinic, 2015).
Il glaucoma pseudoesfoliativo è caratterizzato da valori pressori maggiori rispetto al glaucoma ad angolo aperto primario (40-50 mmHg) e difetti del campo visivo e della papilla molto maggiori (Azzolini et al., 2014). L’evoluzione è abbastanza rapida e causa predisposizione allo sviluppo della cataratta.
Nel glaucoma pigmentario lo sfregamento dell’iride su varie strutture determina il colore rossastro di queste aree, che si può osservare alla retroilluminazione. Questa forma di glaucoma inoltre provoca miopia.
I sintomi del glaucoma congenito possono insorgere alla nascita (40% dei casi) o durante il primo anno di vita (60% dei casi); il tempo di insorgenza dei sintomi dipende dalla gravità della malformazione angolare (maggiore è l’alterazione angolare, prima insorge il glaucoma). I neonati presentano segni clinici caratteristici e facilmente riconoscibili: si forma edema corneale e il bulbo oculare aumenta di dimensioni perché nel neonato non ha ancora acquisito rigidità e risponde all’aumento di pressione deformandosi. Questo fenomeno può portare alla rottura della “membrana di Descemet” che costituisce la cornea, con formazione di visibili strie disposte orizzontalmente (“strie di Habb”). Si può anche osservare un ingrandimento della cornea (megalocornea), soprattutto nei bambini più grandi (fino a due-tre anni di età). Lacrimazione, fotofobia e blefarospasmo (disordine dei movimenti della palpebra) costituiscono la triade classica del glaucoma congenito primario.
I pazienti con glaucoma congenito, se non trattati, vanno incontro inesorabilmente a cecità ma anche se trattati la prognosi è spesso infausta perché le alterazioni interessano strutture dell’occhio importanti per la visione (opacizzazioni della cornea, lussazioni del cristallino) (Azzolini et al., 2014; Polimeni et al., 2014).
Glaucoma ad angolo chiuso
La maggior parte delle persone predisposte a sviluppare glaucoma ad angolo chiuso (ampiezza < 20°) sono asintomatiche (Azzolini et al., 2014).
Le diverse forme di glaucoma ad angolo chiuso presentano manifestazioni sintomatologiche differenti. Nella forma di glaucoma ad angolo chiuso caratterizzata da blocco pupillare assoluto, la malattia si manifesta come attacco acuto, con aumento rapido della pressione e manifestazione improvvisa di sintomi gravi quali diminuzione della capacità visiva, soprattutto in condizioni di scarsa illuminazione, visione di aloni intorno alla luce e arrossamento degli occhi. Insorgono forti dolori in corrispondenza del bulbo oculare e sintomi neurovegetativi sistemici (nausea, vomito, palpitazioni, crampi addominali) (Mayoclinic, 2015; Polimeni et al., 2014). I sintomi sono accompagnati da fenomeni quali edema e congestione venosa locale, presenti solitamente in un solo occhio. Si presenta effetto Tyndall (intorbidimento dell’umore acqueo per la presenza di proteine plasmatiche), iride a “bombè”, ridotta profondità della camera anteriore, pieghe della membrana di Descemet (un particolare strato della cornea), dilatazione persistente della pupilla (in queste condizioni le sostanze che dilatano la pupilla devono essere evitate) (Azzolini et al., 2014; Polimeni et al., 2014). L’attacco acuto rappresenta un’emergenza e, se non trattato entro 12-48 ore, porta a cecità permanente entro 2-5 giorni (Pizzorno et al., 2009).
Nel caso in cui l’attacco acuto non si risolva, si formano anomalie strutturali irreversibili in corrispondenza della chiusura dell’angolo irido-corneale che si stabilizza. La conseguenza ultima dell’attacco acuto è la congestione del bulbo oculare e la completa perdita della visione, che richiedono interventi demolitivi.
I casi in cui il blocco pupillare è solamente parziale sono caratterizzati da un aumento pressorio più modesto e breve e la sintomatologia associata al glaucoma è meno grave. I temporanei episodi di chiusura che possono verificarsi in occhi predisposti si risolvono in genere spontaneamente, ma possono produrre danni che tendono ad accumularsi nel tempo (Azzolini et al., 2014).
In questo caso il glaucoma cronicizza e causa modificazioni angolari persistenti, accompagnate da sintomi aspecifici quali disturbi visivi, visione di aloni colorati attorno alle luci, dolori intorno all’occhio, episodi di cefalea frontale. Presentando un andamento temporale lento è possibile scambiare il glaucoma ad angolo chiuso per una forma di glaucoma ad angolo aperto per cui è più difficile porre una corretta diagnosi. Le due forme di glaucoma sono distinguibili tramite gonioscopia. I difetti del campo visivo, tipici del glaucoma, sono avvertiti solo in fase avanzata della malattia e talvolta può insorgere un attacco acuto di glaucoma caratterizzato da un repentino calo del visus e comparsa di sintomi dolorifici (Azzolini et al., 2014; Polimeni et al., 2014).
Le forme di glaucoma caratterizzate dalla chiusura diretta dell’angolo, senza blocco pupillare, possono essere particolarmente gravi (glaucoma maligno) con insorgenza acuta dei sintomi e prognosi visiva particolarmente sfavorevole (Azzolini et al., 2014).