Cosa chiedere al medico e al farmacista sull'Epilessia?
Se ritieni di avere i sintomi dell’epilessia, o se a qualcuno dei tuoi familiari è stata diagnosticata l’epilessia, parlane con il tuo medico di fiducia.
Ecco alcune domande che potresti porre.
• Qualora abbia l’epilessia ci sono esami a cui dovrei sottopormi?
• Devo fare una visita specialistica?
• C’è qualcosa sull’epilessia che dovrei sapere?
• Per quanto tempo durerà la malattia?
• Quali conseguenze può lasciare l’epilessia?
• A quali complicanze posso andare incontro?
• Cosa devo fare per evitare il ripetersi di altri episodi di crisi?
• Devo seguire una dieta particolare?
Le avvertenze, ovvero quello che è necessario sapere per gestire un paziente con epilessia, rappresentano un aspetto importante sia per il paziente stesso che per chi vive l’epilessia da vicino e per chiunque si trovi ad affrontare una crisi epilettica (Sistema nazionale Linee Guida - SNLG, 2014):
a) gli interventi sul paziente sono finalizzati innanzitutto ad evitare traumi, tuttavia in genere non sono necessarie precauzioni per la colonna vertebrale
b) l’inserimento delle dita o di un abbassalingua in bocca per evitare il rischio di soffocamento durante una crisi convulsiva non è raccomandato in quanto la manovra potrebbe indurre il vomito nel paziente e/o esporre involontariamente il soccorritore a lesioni (morso della mano)
c) se il paziente ha una crisi tonico-clonica, sarebbe bene attuare la posizione laterale di sicurezza (PLS) che consente la respirazione e aiuta a prevenire l'inalazione di liquidi nei polmoni; cercare di proteggere il paziente da lesioni alla testa o al corpo, togliere eventuali occhiali e allontanare oggetti pericolosi; slacciare gli abiti stretti per favorire la respirazione; non cercare di mettere il paziente in posizione eretta o modificare la posizione, non cercare di contenere le convulsioni, non fozare l’apertura della bocca, non introdurre nulla in bocca, compresi liquidi, non praticare la respirazione artificiale
d) se il paziente presenta una crisi di assenza o una crisi parziale complessa non sono raccomandati soccorsi speciali, in questi casi è sufficiente che la persona che assiste stia vicino al malato durante la crisi epilettica ed eviti che possa mettersi in pericolo (in caso di crisi parziali complesse) fino alla ripresa totale dello stato di coscienza; evitare di gridare o scuotere il paziente per farlo tornare in sé
d) se un attacco epilettico dura più di 30 minuti o si verificano una serie di attacchi in un periodo di tempo limitato senza una normalizzazione dello stato di coscienza fra un attacco e l’altro si parla di “stato di male epilettico” (Sistema Nazionale Linee Guida – SNLG, 2014). Questa condizione è una condizione di emergenza e può richiedere assistenza medica per garantire la pervietà delle vie respiratorie del paziente. L’emergenza medica è necessaria anche quando la crisi epilettica si verifica in corso di malattia o di danno cerebrale acuto, quando il paziente si è procurato delle lesioni, quando la durata della crisi è superiore al normale, quando non si verifica una ripresa dello stato di coscienza tra una crisi e l’altra (per più di 5 minuti), quando il paziente evidenzia difficoltà respiratorie o circolatorie.
e) la terapia farmacologica in casa di crisi convulsiva (tonico-clonica, tonica o clonica) prolungata (durata =/> 5 minuti) o ripetuta (3 o piu attacchi in un’ora) prevede l’uso delle benzodiazepine: midazolam per bocca o diazepam per via rettale. In caso di ricovero, il farmaco più utilizzato è il lorazepam per via endovenosa (National Institute for Heatlh and Care excellence – NICE, 2012). Come alternativa alle benzodiazepine, qualora due dosi non risultassero efficaci, possono essere utilizzati altri farmaci come la fenitoina. Se il paziente in una situazione di stato epilettico convulsivo non risponde al trattamento iniziale, è necessario il ricovero in un reparto di terapia intensiva e il trattamento con farmaci importanti come il tiopental sodico o il propofol (National Institute for Heatlh and Care excellence – NICE, 2012a).
E’ importante considerare che l'epilessia può avere ripercussioni anche nella sfera sociale e psicologica. Questi effetti possono includere un isolamento sociale, portando ad un vero e proprio stato di disabilità che nell’adulto può portare a svolgere mansioni lavorative mediamente inferiori e nel bambino ad un basso rendimento scolastico. Dal punto di vista comportamentale, l'epilessia può associarsi a disturbi dell'attenzione e a problemi di socializzazione. Nel caso di pazienti pediatrici con epilessia, i genitori spesso vanno incontro ad un elevato livello di ansia e stress in merito alla salute del figlio, alla sua sicurezza e al suo futuro (Guiotto, 2012).
In base ai dati di letteratura, i pazienti adulti con epilessia presentano una prevalenza maggiore di disturbi psichiatrici rispetto alla popolazione generale (Hermann, 2012). Fra i ditrubi psichiatrici i disturbi depressivi sono i più frequenti e la depressione (depressione maggiore) con l’uso di farmaci antidepressivi rappresenterebbe un fattore di rischio di crisi epilettica, aumentandone la probabilità di circa 6 volte (Hesdorffer, 2000). E’ stato osservato inoltre che anche il rischio di suicidio o di ideazione suicidaria è maggiore nei pazienti epilettici rispetto alla popolazione generale (Avorn, 2008).
Nota:
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