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Epatite A

Diagnosi

Come si diagnostica l'Epatite A?

La diagnosi dell'epatite A si basa sulla ricerca degli anticorpi di classe IgM anti virus A (anti HAV). Gli anticorpi anti HAV sono presenti in circa il 90% dei pazienti nella fase iniziale dell'infezione virale e nel 100% dei pazienti dopo la prima settimana.

Il picco di concentrazione delle IgM viene raggiunto in poche settimane e la permanenza nel sangue può perdurare fino ad un anno dopo la guarigione.

La determinazione degli anticorpi IgM anti HVA viene effettuata con il prelievo di campioni di sangue durante la fase acuta dell'epatite A o all'inizio della fase di convalescenza.

La malattia provoca l'aumento anche degli anticorpi anti HAV di classe IgG; questi ultimi permangono per tutta la vita e sono indicativi dell'avvenuta infezione e dell'immunità permanente acquisita (Crepaldi, Baritusso, 2002).

Gli esami di laboratorio indicano valori elevatissimi per le transaminasi, aumento contenuto della fosfatasi alcalina e la bilirubina appare aumentata solo nella sua porzione diretta.

Le transaminasi sono enzimi che trasfomano un aminoacido in un altro; si trovano nel fegato e sono indicative dello stato di saluto di fegato, cuore e muscoli. Aumentano in caso di danno acuto del fegato e il loro incremento precede la comparsa di ittero.

Le transaminasi si distinguono in:
• AST (transaminasi aspartato transferasi) o GOT (transaminasi glutamico-ossalacetico) è indicativa per fegato, cuore e muscolo scheletrico. Il valore normale è inferiore a 40-50 U/L negli adulti e a 80 U/L nei bambini. Il valore aumenta in caso di epatite.
• ALT (transaminasi alanina-amino transferasi) o GPT (transaminasi glutamico piruvica) è specifica per il fegato. Il valore normale è compreso fra 10 e 40 U/L per gli uomini e fra 5 e 35 U/L per le donne. Il valore aumenta in caso di epatite virale (> 400-500 U/L) in modo più marcato rispetto a quello osservato per AST per cui il loro rapporto si inverte. Questa condizione si presenta sempre in caso di danno epatico acuto di origine virale e permette di distinguere quest'ultimo da altre condizioni patologiche quali epatocitolisi da farmaci, danno da stasi epatica, danno da ischemia epatica. Il danno epatico è considerato grave quando il valore di ALT supera la soglia di 3000-4000 U/L (Crepaldi, Baritusso, 2002).

La fosfatasi alcalina nel sangue, in condizioni di normalità, ha una concentrazione compresa fra 3-8 U fosfatasiche.

La bilirubina nel sangue si distingue in bilirubina diretta (coniugata con acido glicuronico) e indiretta (non coniugata). La bilirubina totale è data dalla somma di quella diretta e indiretta e normalmente ha valori compresi fra 0,2-1,0 mg/dL.