Come si diagnostica l'Endometriosi?
Gli esami disponibili per diagnosticare l’endometriosi sono:
L’endometriosi è una patologia ginecologica difficilmente riconoscibile sulla base solamente dei sintomi, che sono molto variabili e spesso sovrapponibili a quelli di altre condizioni quali la sindrome del colon irritabile o la malattia infiammatoria pelvica.
Perciò potrebbe passare molto tempo (qualche anno) tra l’insorgenza dei sintomi e la diagnosi (Husby et al., 2003).
I sintomi che suggeriscono la possibilità di endometriosi devono essere riconosciuti durante la visita ginecologica. L’esame clinico e la palpazione manuale possono aiutare nella diagnosi, nel caso in cui siano presenti noduli nei genitali esterni; inoltre l’utero retroverso o una motilità uterina debole possono essere sintomo di endometriosi. Tuttavia nella maggior parte dei casi, sebbene la visita suggerisca la possibile presenza di endometriosi, le lesioni interne non possono essere individuate e, quindi, sono necessari esami più approfonditi (Riazi et al., 2015).
La laparoscopia è un’indagine chirurgica endoscopica, che permette di visualizzare la cavità pelvica attraverso un dispositivo dotato di telecamera inserito all’interno del corpo attraverso un’incisione vicino all’ombelico. Secondo le linee guida ESHRE (European Society of Human Reproduction and Embriology) l’analisi della pelvi attraverso la laparoscopia, che permette la visualizzazione delle lesioni endometriosiche, rappresenta la scelta di elezione per la diagnosi di endometriosi. Se la laparoscopia è positiva allora la diagnosi può essere considerata certa, ma un esito negativo non porta all’esclusione della possibile endometriosi, perché è possibile che un nodulo non venga individuato, seppure presente (Kennedy et al., 2005).
Se le lesioni vengono individuate è possibile fare una biopsia (prelevare una parte del tessuto), al fine di analizzarle istologicamente e accertare che siano effettivamente costituite di tessuto endometriosico.
L’ultrasonografia (ecografia) transvaginale o transrettale può essere utilizzata ed è utile per diagnosticare grosse lesioni, così come anche la risonanza magnetica. Più che per diagnosticare l’endometriosi queste tecniche di imaging sono impiegate per definire la strategia chirurgica da adottare in corso di trattamento (Hsu et al., 2010).
Il prelievo sanguigno può essere prescritto al fine di valutare i livelli di CA-125 (Cancer Antigen 125), una glicoproteina della superficie cellulare i cui livelli sono spesso aumentati nelle pazienti con endometriosi. Tale misurazione, tuttavia, può essere indicativa ma non è da considerarsi del tutto accurata e predittiva ai fini della diagnosi (Kitawaki et al., 2005).