Come prevenire la Dengue?
La prevenzione primaria delle dengue si basa sull’adozione di misure di protezione individuali e ambientali, in particolare nelle zone dove l’infezione è endemica, e sull’uso di vaccini.
Tra le misure di protezione individuali contro le zanzare ricordiamo l’uso di repellenti per insetti applicabili sulla pelle e sui vestiti. Questi ultimi devono coprire la maggior parte del corpo - camicie a manica lunga, pantoni lunghi, cappello – e devono essere preferibilmente di colore chiaro perché il colore scuro attira le zanzare. Tra le misure ambientali, si raccomanda l’uso di repellenti per l’ambiente e di zanzariere per porte e finestre e per il letto. Poiché il ciclo vitale della zanzare avviene in parte in acqua, per limitare la proliferazione degli insetti le linee guida raccomandano di evitare ristagni d’acqua in vicinanza delle abitazioni e di condurre periodicamente campagne di disinfestazione urbana delle larve.
Per ridurre la popolazione di zanzare vettore della dengue diversi paesi hanno sperimentato, positivamente, un modello di controllo biologico basato sul batterio Wolbachia. Questo batterio, non nocivo per l’uomo, si ritrova in natura in circa il 50-60% delle specie di insetti, ma non nelle zanzare del genere Aedes. L’infezione della zanzara Aedes aegypti con Wolbachia riduce il numero di uova depositate e la vita media dell’insetto. In uno studio clinico condotto in indonesia, il ricorso al batterio ha ridotto del 77% la probabilità di contrarre l’infezione da dengue (Fox et al., 2024).
Per la dengue sono disponibili due vaccini vivi attenuati, Dengvaxia e Qdenga, entrambi tetravalenti, attivi cioè verso i quattro sierotipi del virus. Il vaccino vivo attenuato è un vaccino ottenuto utilizzando il virus dopo averlo modificato per renderlo incapace di trasmettere la malattia. Secondo le organizzazioni internazionali, in particolare l’Organizzazione sanitaria panamericana (Pan American Health Organization, PAHO) l’uso del vaccino come unica misura di prevenzione non è sufficiente, ma è necessaria la sua integrazione in uno schema più ampio di interventi di ordine sanitario per poter arginare in maniera significativa l’epidemia di dengue degli ultimi anni.
Dengvaxia è un vaccino ricombinante basato su un virus della febbre gialla chimerico (non presente in natura) che esprime la glicoproteina E (“envelope”) e la proteina precursore della glicoproteina di membrana M (“membrane”) dei 4 sierotipi del virus della dengue. Somministrato a più do 30mila volontari, il vaccino è risultato efficace nel ridurre del 30% il rischio di malattia grave e di ospedalizzazione nelle persone già infettate con uno o più sierotipi virali.
Il primo paese ad approvare Dengvaxia è stato il Messico nel 2015. Il vaccino è stato approvato nel 2018 in Europa e in Italia (non disponibile in commercio) per le persone dai 6 ai 45 anni, e nel 2019 negli USA per le persone dai 6 ai 16 anni. L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) raccomanda Dengvaxia solo nelle aree dove la malattia è endemica e solo in prevenzione secondaria, cioè in persone già infettate con un sierotipo virale, ma esposte all’infezione degli altri e per questo più a rischio di malattia grave. Le persone non precedentemente infettate hanno un maggior rischio di sviluppare una forma grave di dengue quando vaccinate e poi successivamente infettate dal virus. Dengvaxia non è approvato nei bambini piccoli (età <6 anni) perché durante il follow up a lungo termine degli studi clinici è stato osservato un picco di malattia grave nella fascia di età 2-5 anni in bambini vaccinati, ma mai infettati dal virus della dengue. In questo gruppo di pazienti, inoltre, l’uso del vaccino potrebbe aumentare il rischio di malattia grave per l’assenza delle sequenze codificanti le proteine non strutturali (proteine NS) del virus e per la mancanza di anticorpi diretti contro la proteina NS1 solubile, associata ad un aumento della permeabilità capillare (rischio emorragico) (Halstead et al., 2016). Lo schema vaccinale di Dengvaxia prevede tre dosi a distanza di 6 mesi l’una dall’altra; per completare il ciclo di immunizzazione sono necessari quindi 12 mesi. Inoltre, la somministrazione del vaccino deve essere preceduta da un test sierologico che confermi una precedente infezione da virus dengue (Agenzia Italiana del Farmaco – AIFA, 2023; Food and Drug Administration – FDA, 2023).
Qdenga, approvato in Europa a dicembre 2022 e in Italia a febbraio 2023 (disponibile in commercio), è ottenuto dalla miscela dei 4 sierotipi attenuati del virus della dengue ed è indicato per adulti e bambini a partire dai 4 anni di età che devono viaggiare in aree dove la dengue è endemica (prevenzione primaria). Lo schema vaccinale prevede due somministrazioni per via sottocutanea, a distanza di tre mesi l’una dall’altra (Agenzia Italiana del Farmaco – AIFA, 2023a).
Un terzo vaccino tetravalente vivo attenuato contro la dengue, Butantan-DV, che prevede una sola somministrazione, è in fase di sperimentazione, in uno studio clinico fase-III della durata di 5 anni. Sulla base dei dati disponibili, l’efficacia del vaccino a due anni è risultata pari al 79,6%-73,6% tra i partecipanti allo studio senza precedente esposizione alla dengue e all’89,2% per chi era già stato esposto all’infezione. L’efficacia del vaccino in base all’età è risultata pari a 80,1% per la fascia d’età 2-6 anni, 77,8% per 7-17 anni e 90% per 18-59 anni. I dati di efficacia sono disponibili solo per il sierotipo DENV1 e 2, rispettivamente pari a 89,5% e 69,6% (Kallas et al., 2024).