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Criptosporidiosi

Monografia scientifica

La Definizione di Criptosporidiosi - Che cos'è la Criptosporidiosi?

La criptosporidiosi è un’infezione intestinale causata da protozoi del genere Cryptosporidium. (leggi)

Le Cause della Criptosporidiosi - Quali sono le cause della Criptosporidiosi?

La criptosporidiosi è un’infezione causata da protozoi del genere Cryptosporidium (Phylum Apicomplexa, classe Conoidasida, famiglia Cryptosoridiidae). (leggi)

I Sintomi della Criptosporidiosi - Quali sono i sintomi della Criptosporidiosi?

Il sintomo clinico prevalente con cui si manifesta la criptosporidiosi è la diarrea che può essere molto intensa, con feci liquide (diarrea acquosa) e maleodoranti, resistente ai comuni trattamenti sintomatici. (leggi)

La Diagnosi della Criptosporidiosi - Come si diagnostica la Criptosporidiosi?

La diagnosi di criptosporidiosi si basa sulla ricerca dell’agente patogeno nelle feci della persona potenzialmente infetta. (leggi)

Farmaci e Terapie per la Criptosporidiosi - Quali farmaci per la Criptosporidiosi?

Diversi sono i farmaci studiati per il trattamento della criptosporidiosi, ma nessuno ha dimostrato piena efficacia, soprattutto nei bambini e nei pazienti con deficit del sistema immunitario che rappresentano le categorie più a rischio di sviluppare infezioni gravi e persistenti. (leggi)

La Prevenzione della Criptosporidiosi - Come prevenire la Criptosporidiosi?

La prevenzione della criptosporidosi si basa sull’osservanza di norme igienico-sanitarie volte ad eliminare le oocisti del protozoo dalle fonti di contaminazione (acqua da bere, acqua ad uso ricreativo, alimenti, animali). (leggi)

Le Avvertenze per la Criptosporidiosi - Cosa chiedere al medico e al farmacista sulla Criptosporidiosi?

Se ritieni di avere i sintomi della criptosporidiosi, o se a qualcuno dei tuoi familiari è stata diagnosticata la criptosporidiosi, parlane con il tuo medico di fiducia. (leggi)

L'Omeopatia e la Fitoterapia per la Criptosporidiosi - Quali farmaci e rimedi omeopatici e fitoterapici per la Criptosporidiosi?

Le medicine non convenzionali tendono ad avere un approccio olistico nei confronti della malattia, tendono cioè a considerare “il malato“ nella sua complessità di individuo, al di là del singolo organo malato. (leggi)

La Bibliografia per la Criptosporidiosi - Quali fonti bibliografiche considerare per la Criptosporidiosi?

Le informazioni contenute nella ricerca Pharmamedix dedicata alla criptosporidiosi sono state analizzate dalla redazione scientifica con riferimento alle fonti seguenti. (leggi)

Che cos'è la Criptosporidiosi?

La criptosporidiosi è un’infezione intestinale causata da protozoi del genere Cryptosporidium. Questo tipo di protozoo è stato identificato nel 1907 (nel topo) e come causa di malattia nell’uomo per la prima volta nel 1976. Nei primi anni ’80, la criptosporidiosi è stata riconosciuta come la principale causa di diarrea cronica nei malati di AIDS, come causa di focolai epidemici di diarrea da acque contaminate e come causa di diarrea nei bambini. A metà circa degli anni ’90, l’infezione è stata messa in relazione con la malnutrizione pediatrica e la morte prematura nei paesi in via di sviluppo (Checkley et al., 2015).

La criptosporidiosi può rimanere asintomatica o manifestarsi sotto forma di gastroenterite (> 80% delle persone infette), anche molto grave nelle persone con deficit del sistema immunitario (pazienti immunocompromessi). Il periodo di incubazione della malattia varia tra i 3 e i 12 giorni. I sintomi più comuni comprendono diarrea acquosa associata a crampi addominali (96% dei pazienti), vomito (65%), febbricola (59%) e perdita dell’appetito. I sintomi durano in media due settimane, ma in alcuni pazienti possono continuare anche per circa un mese. La persistenza dell’infezione causa la ricomparsa dei sintomi in circa un terzo dei pazienti (nei paesi in via di sviluppo la criptosporidiosi è la prima causa di diarrea persistente in età pediatrica) (Esposito et al., 2014).

Nell’uomo, la trasmissione dell’infezione avviene per via oro-fecale, soprattutto per contatto con acqua contaminata (acqua da bere, acqua ricreativa come in caso di piscine, parchi acquatici, vasche idromassaggio, laghi, corsi d’acqua), occasionalmente per ingestione di cibo (contagio indiretto), ma può verificarsi anche direttamente per esposizione a persone infette (contagio uomo-uomo) o animali infetti (contagio animale-uomo) (Esposito et al., 2014). Nell’ambiente il criptosporidium è presente sotto forma di oocisti che rappresenta la forma infettante del protozoo. Le oocisti sono rilasciate nell’ambiente con le feci dell’ospite infetto. Nell’uomo, l’eliminazione fecale delle oocisti continua per diverse settimane dopo la fine dei sintomi (episodio acuto di infezione). Nelle persone con deficit del sistema immunitario, il rilascio di oocisti nelle feci può continuare per mesi o anni. Sono sufficienti poche oocisti (meno di 100) per causare la criptosporidiosi.

L’infezione da criptosporidium può colpire chiunque, ma la fascia di età più a rischio è rappresentata dai bambini in età prescolare, mentre le forme più severe di malattia si osservano nei pazienti con deficit del sistema immunitario. La gravità dell’infezione infatti dipende dalla virulenza del patogeno e dall’efficienza della risposta immunitaria cellulo-mediata dell’ospite. La replicazione del protozoo a livello intestinale danneggia la mucosa, probabilmente (il meccanismo preciso non è stato ancora individuato) attraverso il rilascio di sostanze tossiche che si presume possano agire direttamente sulle cellule della mucosa alterandone la funzionalità e provocando malassorbimento (diarrea osmotica) e/o inducendo uno stato di infiammazione della mucosa con conseguente malassorbimento e/o producendo sostanze tossiche, che inducono le cellule epiteliali della mucosa a rilasciare nel lume intestinale acqua ed elettroliti (diarrea secretoria).

Il criptosporidium è un protozoo ubiquitario, diffuso in tutti i paesi del mondo. Sulla base dei primi studi, il tasso di infezione nei paesi industrializzati era stato stimato attorno all’1%, e nei paesi in via di sviluppo, sul 5-10%, ma è probabile che questi valori siano sottostimati. Utilizzando infatti sistemi di diagnosi più recenti, basati sulla ricerca del genoma e sull’identificazione degli antigeni del protozoo, il criptosporidium è stato identificato nel 15-25% dei bambini con diarrea (Checkley et al., 2015). Tra i paesi industrializzati, in Gran Bretagna l’incidenza di criptosporidiosi è di 3-6mila casi all’anno, negli Stati Uniti di 780mila casi all’anno (Esposito et al., 2014). Sempre negli Stati Uniti, le maggiori epidemie di criptosporidiosi si sono verificare per contaminazione della rete idrica (Painter et al., 2016).

Secondo il Global Enteric Multicentre Study il criptosporidium rappresenta uno dei quattro fattori che contribuiscono a causare le malattie diarroiche nei primi due anni di vita, secondo solo al rotavirus. Inoltre, fino ai due anni di età, la criptosporidiosi comporta un aumento del rischio di mortalità di 2-3 volte rispetto ai bambini non infettati dal protozoo (Kotloff et al., 2013).

I fattori di rischio per la criptosporidiosi sono rappresentati da: viaggi in paesi non industrializzati; attività ricreative svolte in piscine (anche rispondenti alle norme di clorazione dell’acqua); contatto occasionale o professionale con animali, in particolar modo ruminanti (vitelli); contatto occasionale o professionale con feci di animali domestici; contatto con bambini piccoli (Esposito et al., 2014).

In studi condotti in India il tipo di acqua potabile utilizzata (in bottiglia oppure acqua da fonti municipali) non sembra influenzare il tasso di infezione nei bambini piccoli, che rimane alto. La stagionalità è risultata invece un fattore significativo: in Kenia la presenza di oocisti di criptosporidium sulla superficie dell’acqua piovana aumenta notevolmente tra la fine della stagione delle piogge e l’inizio della stagione secca, in concomitanza con i picchi stagionali dell’infezione. A differenza dei paesi tropicali, dove il tasso di piovosità sembra essere il fattore ambientale più importante, nei paesi temperati è la temperatura, il fattore ambientale che più influenza la stagionalità delle epidemie di criptosporidiosi (Checkley et al., 2015).