La cataratta consiste nell’opacizzazione del cristallino, la lente naturale posta, nell’occhio, tra l’iride e il corpo vitreo. (leggi)
La cataratta è causata dalla perdita di trasparenza del cristallino, la lente naturale dell’occhio. (leggi)
I sintomi della cataratta comprendono visione offuscata, visione doppia da un occhio (diplopia monooculare), ipersensibilità alla luce (fotofobia). (leggi)
Gli esami disponibili per diagnosticare la cataratta comprendono l’esame della lampada a fessura, l’esame dell’acuità visiva e l’esame per la sensibilità al contrasto. (leggi)
La terapia elettiva della cataratta è chirurgica e consiste nella sostituzione del cristallino con una lenta artificiale. (leggi)
Allo stato attuale delle conoscenze, non sono disponibili terapie che impediscano lo sviluppo della cataratta. (leggi)
Se ritieni di avere i sintomi della cataratta, o se a qualcuno dei tuoi familiari è stata diagnosticata la cataratta, parlane con il tuo medico di fiducia. (leggi)
Le medicine non convenzionali tendono ad avere un approccio olistico nei confronti della malattia, tendono cioè a considerare “il malato“ nella sua complessità di individuo, al di là del singolo organo malato. (leggi)
Le informazioni contenute nella ricerca Pharmamedix dedicata alla cataratta sono state analizzate dalla redazione scientifica con riferimento alle fonti seguenti. (leggi)
Che cos'è la Cataratta?
La cataratta è un’opacizzazione parziale o totale del cristallino, la lente naturale posta, nell’occhio, tra l’iride e il corpo vitreo.
Il cristallino funziona come una lente biconvessa (con entrambe le facce curve, come una mandorla) in grado di modificare la propria curvatura per poter mettere a fuoco sia oggetti vicini (aumento della curvatura) sia oggetti lontani (diminuzione della curvatura). La curvatura del cristallino si modificata tramite la contrazione o il rilasciamento dei muscoli ciliari che mantengono in posizione la lente naturale. Il cristallino è formato da fibre di proteine, il collagene, disposte parallelamente e avvolte da una membrana, la capsula. Il cristallino non contiene vasi sanguigni né fibre nervose. I processi di ossidazione irreversibili delle proteine di collagene provocano l’opacizzazione del cristallino, ovvero la cataratta, che se non trattata può causare progressiva perdita della vista. A seconda della porzione di cristallino che si opacizza, è possibile distinguere diversi tipi di cataratta. Le forme più frequenti sono:
1) nucleare (opacizzazione della parte centrale del cristallino)
2) corticale (opacizzazione della parte superficiale del cristallino)
3) sottocapsulare posteriore (opacizzazione della parte più lontana dalla pupilla)
Le forme corticali presentano un’evoluzione più rapida di quelle nucleari e sottocapsulari.
La cataratta è una patologia dell’invecchiamento ed è pertanto destinata ad aumentare con l’aumentare dell’età della popolazione. In Europa la prevalenza della cataratta è pari al 5% nella fascia di età compresa tra 52 e 62 anni, sale al 30% tra i 60 e 69 anni e arriva al 64% per gli over 70 (Prokofyeva et al., 2013). Secondo l’Organizzazione Mondiale della Salute, la cataratta rappresenta la prima causa di cecità e ipovisione (reversibile) nel mondo. L’intervento chirurgico per la risoluzione della cataratta è il più eseguito nel mondo (circa 20 milioni di operazioni all’anno). In Italia, nel 2016, gli interventi di cataratta sono stati circa 550mila (Società Oftalmologica Italiana – SOI, 2016).
La cataratta può essere causata, oltre che dall’età (cataratta senile), da malattie sistemiche, da traumi, dall’uso di farmaci; può essere congenita, presente già alla nascita.
La terapia della cataratta è chirurgica. Il cristallino naturale viene sostituito con un cristallino artificiale. L’intervento può essere eseguito in regime di ricovero ospedaliero ordinario, regime di ricovero diurno (Day surgery) e regime ambulatoriale. L’intervento è risolutivo e permette di riacquistare la capacità visiva. L’intervento è indispensabile perché il progredire della cataratta può causare gravi complicanze quali glaucoma e uveiti secondarie e porta, nel tempo, a perdita della vista. Ritardare l’intervento aumenta il rischio di eventi avversi intra e post operatori.
L’incidenza di eventi avversi in seguito ad intervento di cataratta si attesta sul 3% (Società Oftalmologica Italiana – SOI, 2016). Le complicanze più temute sono l’endoftalmite e l’edema maculare cistoide; entrambi possono avere conseguenze importanti sulla funzione visiva. L’endoftalmite è l’infiammazione interna dell’occhio causata, nella maggior parte dei pazienti, da infezioni batteriche. In casi molto gravi può portare a perdita anatomica dell’occhio. L’edema maculare cistoide invece è causato da un accumulo di siero e proteine tra gli strati della macula con conseguente alterazione della funzione visiva.
In circa il 25-30% dei pazienti operati di cataratta, si può verificare una opacizzazione anche della lente artificiale (cataratta secondaria) le cui cause non sono state ancora del tutto comprese. La cataratta secondaria si risolve con la rimozione, tramite laser, dell’opacizzazione.