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Bulimia

La Definizione di Bulimia - Che cos'è la Bulimia?

La bulimia nervosa o più comunemente bulimia è un disturbo del comportamento alimentare (DCA). (leggi)

Le Cause della Bulimia - Quali sono le cause della Bulimia?

Le cause della bulimia nervosa, o più comunemente bulimia, possono essere familiari, culturali, sociali. (leggi)

I Sintomi della Bulimia - Quali sono i sintomi della Bulimia?

La bulimia nervosa è accompagnata da sintomi clinici che sono riconducibili alle complicanze della malattia causate dalle condotte di compensazione che il paziente mette in atto per controbilanciare le abbuffate di cibo, prima fra tutte il vomito. (leggi)

La Diagnosi della Bulimia - Come si diagnostica la Bulimia?

L’anamnesi personale del paziente e dei familiari serve a conoscere la storia medica del paziente, a individuarne elementi significativi utili alla diagnosi di bulimia. (leggi)

Farmaci e Terapie per la Bulimia - Quali farmaci per la Bulimia?

La terapia e l’assistenza alle persone che soffrono di bulimia nervosa, o più in generale, di disturbi del comportamento alimentare (DCA) si realizzano ricorrendo a più figure professionali poichè la malattia ha origini psicologiche, manifestazioni cliniche e può coesistere con altre patologie (comorbidità). (leggi)

La Prevenzione della Bulimia - Come prevenire la Bulimia?

La bulimia nervosa rientra fra i disturbi del comportamento alimentare (DCA) come l’anoressia nervosa e il disturbo di alimentazione non controllata (in inglese Binge Eating Disorder). (leggi)

Le Avvertenze per la Bulimia - Cosa chiedere al medico e al farmacista sulla Bulimia?

Se ritieni di avere i sintomi della bulimia, o se a qualcuno dei tuoi familiari è stata diagnosticata la bulimia, parlane con il tuo medico di fiducia. (leggi)

L'Omeopatia e la Fitoterapia per la Bulimia - Quali farmaci e rimedi omeopatici e fitoterapici per la Bulimia?

Le medicine non convenzionali tendono ad avere un approccio olistico nei confronti della malattia, tendono cioè a considerare “il malato“ nella sua complessità di individuo, al di là del singolo organo malato. (leggi)

La Bibliografia per la Bulimia - Quali fonti bibliografiche considerare per la Bulimia?

Le informazioni contenute nella ricerca Pharmamedix dedicata alla bulimia sono state analizzate dalla redazione scientifica con riferimento alle fonti seguenti. (leggi)

Che cos'è la Bulimia?

La bulimia nervosa o più comunemente bulimia è un disturbo del comportamento alimentare (DCA).

I disturbi del comportamento alimentare (DCA), chiamati anche Disturbi Alimentari Psicogeni (DAP), sono malattie mentali che portano la persona a vivere la propria quotidianità in funzione del cibo, del peso e dell'immagine corporea che diventano una vera e propria ossessione. Capita sovente che persone di peso corporeo normale possano essere affette da DCA.

Il termine bulimia deriva dalla parola greca “boùlimos” (“bous”= bue, e di “limòs”= fame) che indica letteralmente “una fame da bue” (quantitativamente parlando). La bulimia, intesa come ingestione di grosse quantità di cibo, può essere un sintomo clinico di malattie organiche quali presenza di parassiti intestinali come la tenia, ulcera duodenale, ulcera gastrica, diabete mellito, ipertiroidismo, sindrome ipoglicemica, gotta.

In psichiatria si definisce “bulimia nervosa” un disturbo mentale caratterizzato da abbuffate ripetute seguite da vari metodi per non metabolizzare il cibo ingerito e quindi, non ingrassare (vomito autoindotto, utilizzo di lassativi, purghe, digiuni e intenso esercizio fisico).

La diffusione della bulimia nervosa è preponderante nella popolazione femminile rispetto a quella maschile (rapporto femmine/maschi: 9 a 1), ma questa differenza sta diminuendo poichè il disturbo della bulimia è negli ultimi anni in rapida crescita nella popolazione maschile in età pre- e adolescenziale.

Nelle donne di età compresa tra i 12 e i 22 anni, la prevalenza della bulimia nervosa risulta pari all'1-2% (per l’anoressia nervosa, altro disturbo del comportamento alimentare, la prevalenza risulta pari allo 0,0-0,9% con una media dello 0,3%). Il 3,7-6,4% della popolazione occidentale sarebbe affetto da disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati (acronimo DCA-NAS) tra i quali il più noto è il disturbo di alimentazione non controllata (in inglese Binge Eating Disorder). In Italia la stima dei casi di bulimia si attesta attorno allo 0,5-1% nel Nord, all’1-0,7% nell’Italia Centrale, all’1,7% nell’Italia del Sud.

La bulimia viene descritta per la prima volta da Gerald Russell, psichiatra, nel 1979 che tentò di definirla come malattia propria, distinta dall’anoressia. La caratteristica principale della bulimia nervosa è un circolo autoperpetuante di preoccupazione per il peso, spesso associata al rispetto di regole dietetiche molto rigide (causa principale della comparsa delle abbuffate). La trasgressione a tali regole è vissuta come un’irrimediabile perdita di controllo (vergogna e paura di ingrassare), con relativo senso di colpa che a sua volta innesca nuove abbuffate (la sensazione è di un vuoto emozionale, infinito, colmabile solo con il cibo). Durante l’abbuffata scattano il senso di colpa, la sfiducia in se stessi e il desiderio di riparazione e autopunizione. Il bulimico smette di mangiare solo quando si sente pieno fino al malessere. A questo punto scatta la necessità impellente di eliminare il cibo ingerito. L’abbuffata è seguita di solito dal vomito autoindotto che serve a eliminare il cibo ingerito prima che questo sia assimilato e possa trasformarsi in “grasso”. Il vomito all’inizio è provocato meccanicamente (le dita o altro oggetto spinti in gola), poi, quando la bulimia dura da tempo, il paziente impara a vomitare “a comando”. Per alcuni pazienti il vomito è vissuto come piacevole, perchè offre una sensazione di gratificazione dovuta ad un potente “senso di volizione” inteso come capacità volontaria di governare le emozioni. Per altri pazienti è la sensazione di “liberazione” post-vomito che risulta gratificante. L’aspetto fisico del paziente bulimico può non indurre sospetti, nè sovrappeso nè magrezza eccessiva, e questo consente di nascondere a lungo il disturbo e rendere difficile la sua diagnosi.

In base ai comportamenti compensatori utilizzati per controbilanciare le “abbuffate”, la bulimia nervosa era distinta in due sottotipi:
• Bulimia nervosa con condotte di eliminazione
• Bulimia nervosa senza condotte di eliminazione
Nel primo caso, bulimia nervosa con condotta di eliminazione, il comportamento compensatorio più frequente (80-90% delle pazienti) è l'autoinduzione del vomito, l’uso di lassativi, diuretici ed enteroclismi. Nel secondo caso, bulimia nervosa senza condotte di eliminazione, la condotta compensatoria è rappresentata dal digiuno nei giorni che seguono l'abbuffata e dalla pratica eccessiva di esercizi fisici. In qualche raro caso si ricorre a sostanze in grado di accelerare il metabolismo (ormoni tiroidei) per prevenire l'aumento del peso.
Con l’ultima revisione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-V), pubblicata a maggio 2013 dall’American Psychiatric Association, la distinzione della bulimia nei due sottotipi è stata superata. La revisione dei dati di letteratura disponibili ha infatti evidenziato da un lato come la bulimia nervosa senza condotta di eliminazione sia risultata sempre marginale rispetto alla forma più diffusa, la bulimia con condotta di eliminazione, dall’altro come la bulimia senza condotta di eliminazione sia più vicina al disturbo da alimentazione non controllata (Binge eating disorder).

Talvolta la bulimia coesiste con altre patologie psichiatriche come il disturbo bipolare, il disturbo ossessivo, l'autolesionismo e i disturbi dissociativi dell'identità.
Non è noto se i disturbi psicologici siano “secondari” al disturbo del comportamento alimentare oppure se le diverse malattie coesistono in un quadro di comorbidità (Borri et al., 2009). La personalità è considerata un fattore importante nello sviluppo e nel mantenimento dei disturbi del comportamento alimentare. Nei malati di bulimia sembrano prevalere impulsività, bassa autostima e sensibilità interpersonale. La prevalenza dei disturbi di personalità nei bulimici varia dal 21% al 77% e dei disturbi dell’umore dal 24,1% al 90% (la variabilità dei risultati è legata all’eseguita dei campioni studiati, alle differenze fra i criteri diagnostici usati e alla mancanza di gruppi di controllo) (Borri et al., 2009). Circa 2 pazienti su tre con disturbi del comportamento alimentare presentano anche disturbi d’ansia. In chi soffre di bulimia i disturbi d’ansia più frequenti risultano essere il disturbo ossessivo-compulsivo (41%) e la fobia sociale (20%) (Kaye et al., 2004).

Nelle donne in gravidanza, la bulimia è associata, nella madre, a ipertensione arteriosa, diabete gestazionale e depressione post-partum (Franko et al., 2001); nel bambino, a basso peso alla nascita, malformazioni (es. cecità), ritardo mentale, morte intrauterina (Koubaa et al., 2005). La bulimia è stata messa in relazione con un aumento del rischio per taglio cesareo, parto prematuro, parto podalico, aborto spontaneo (Micali et al., 2007; Morgan et al., 2006).