Come si diagnostica Alopecia areata?
Gli esami disponibili per diagnosticare l’alopecia areata sono:
La diagnosi clinica di alopecia areata si basa sull’osservazione delle manifestazioni cliniche. Il primo step è rappresentato dalla visita medica con l’esame obiettivo del cuoio capelluto: localizzazione, numero e forma delle chiazze, presenza di sintomi di infiammazione (rossore, edema), valutazione di peli residui e/o in crescita, di peli a punto esclamativo e/o “cadaverizzati”.
La presenza delle chiazze caratteristiche orienta facilmente la diagnosi di alopecia areata, più complessi da diagnosticare sono i casi non tipici, con sintomi mascherati, che possono essere confusi con altre patologie (ad esempio, diagnosi differenziale fra alopecia areata incognita e telogen effluvium).
Durante la visita medica è importante effetture un’attenta anamnesi individuale e familiare (la familiarità per alopecia areata è considerata fattore prognostico negativo) e verificare elementi che possano orientare la diagnosi come ad esempio la presenza di alterazioni delle unghie, la cui incidenza varia tra il 7% e il 66% dei pazienti, o alterazioni a carico dell’occhio. Devono essere tenuti in considerazione anche eventuali fattori scatenanti, inclusa l’assunzione di farmaci.
Il pull test è un test non invasivo che consiste nel tirare leggermente una ciocca di capelli tenuti tra pollice e indice. Se si staccano un numero elevato di capelli caratterizzati da bulbi piccoli e anomali (distrofici) è molto probabile che si tratti di alopecia areata.
Altro esame non invasivo è la dermatoscopia del capillizio, che consente di definire, in maniera più dettagliata rispetto all’ispezione visiva, il quadro clinico di malattia. In pazienti con alopecia areata, rileva la presenza di “yellow dots” e “grey dots” sulla superficie cutanea: i primi corrispondono ad aree giallastre di ipercheratosi che deriva dal processo infiammatorio a carico del follicolo pilifero, i secondi, punti grigi, corrispondono invece ad uno stato di risoluzione dell’infiammazione e quindi ad una fase non attiva della malattia.
Nei casi di alopecia areata di maggiore complessità possono essere effettuati l’esame istologico del tessuto e/o la biopsia.
La diagnosi differenziale consente di escludere la presenza di malattie con sintomatologia simile all’alopecia areata quali ad esempio l’aplasia cutis e l’alopecia triangolare temporale fra le patologie congenite; l’alopecia androgenica, l’anagen effluvium, il telogen effluvium, la tricotillomania, l’alopecia da cause infettive e l’alopecia cicatriziale fra le malattie acquisite.
L’andamento dell’alopecia areata (prognosi) presenta ampia varibilità e dipende dall’età d’insorgenza, dall’estensione delle chiazze di alopecia, da compresenza di anomalie nella struttura delle unghie, dalla storia familiare e dalla presenza di altre malattie autoimmunitarie.
In alcuni sottogruppi di pazienti si verifica ricrescita spontanea dei capelli fino al 50-80% dei casi, ma l’alopecia areata presenta un decorso cronico-recidivante con recidive che spesso sono pià gravi del primo episodio di malattia.