Come prevenire l'Acne?
L’acne è una malattia infiammatoria della pelle che interessa il follicolo pilo-sebaceo e che riconosce una pluralità di cause: ormonale, genetica, iatrogena. L’acne può inoltre essere esacerbata da fattori ambientali, dietetici, cosmetologici, psicologici.
Evitare che compaia l’acne quando sussistono fattori ormonali o genetici predisponenti è molto difficile. Quello su cui si può intervenire è evitare che l’acne possa peggiorare lasciando segni permanenti (cicatrici).
I fattori che possono influenzare la gravità delle manifestazioni cliniche della malattia e sui quali è possibile agire comprendono alimentazione, stress, ambiente (acne professionale), sole, fumo, uso di cosmetici.
L’alimentazione sembra giocare un ruolo “indiretto“ come fattore di esacerbazione dell’acne. Le osservazioni disponibili in letteratura sono per lo più qualitative; la rilevanza clinica non è ancora stata dimostrata (Bettoli, 2009). L’effetto della dieta sull’acne non sarebbe legato tanto ad un consumo di un determinato alimento, ma piuttosto all’eccesso o carenza di particolari sostanze. I meccanismi ipotizzati, attraverso cui gli alimenti potrebbero influenzare le manifestazioni dell’acne, comprenderebbero la capacità di aumentare la quota farmacologicamente attiva di ormoni maschili circolanti, attraverso la riduzione della sintesi epatica della proteina plasmatica legante tali ormoni, e/o la capacità di modificare il funzionamento della struttura pilosebacea follicolare della pelle (Vaccaro, 2005).
Sulla base dei dati di un questionario finalizzato ad indagare la possibile correlazione fra abitudini alimentari, stile di vita e acne è emerso come le persone senza acne siano risultate correlare con un buon apporto idrico (almeno 1-1,5 litri di acqua naturale), con il consumo di cibi freschi e/o surgelati, con un tipo di colazione che predilige latte e cereali, con il consumo di carboidrati (pane, pasta, riso e patate), di frutta fresca e verdura, carne rossa, pesce fresco e pizza margherita, formaggi freschi e olio extravergine d’oliva. Lo stesso studio ha evidenziato una correlazione positiva fra acne e ridotto apporto idrico (non superiore a 1 litro di acqua al giorno, soprattutto gassata), consumo frequente di carne bianca, insaccati, frutta secca, formaggi stagionati, olio di semi, alimenti fritti, cibi refrigerati o precotti, cibi sott’olio, affumicati, bevande gassate zuccherine, superalcolici, grissini, orzo, cioccolata calda, margarina e burro. L’analisi dei componenti dei cibi preferenzialmente consumati dai soggetti con acne e senza acne ha evidenziato, per i primi, un più alto apporto di lipidi totali, acidi grassi saturi, acidi grassi polinsaturi, colesterolo, arginina, acido aspartico, alanina, glicina, sodio, alcool e acido fitico; per i secondi, un maggior apporto di carboidrati totali (zuccheri), carboidrati complessi, molibdeno, cromo, iodio. Poichè lo studio in esame ha preso in considerazione anche abitudini e stili di vita, dai dati raccolti è stato possibile osservare come nelle persone senza acne, sia privilegiata una dieta di tipo mediterranea combinata con una regolare attività fisica e assenza di tabagismo (fumo), mentre nelle persone con acne sia più diffuso uno stile di vita sedentario e un’alimentazione più sbilanciata, ricca in alimenti di tipo industriale, di carboidrati semplici, grassi saturi e colesterolo (Vaccaro, 2005). Analoghi esiti clinici sono emersi in un altro studio che ha indagato la correlazione fra acne e alimentazione in Korea (Jung et al., 2010).
In particolare il carico glicemico sembra svolgere un ruolo importante, da un punto di vista alimentare, nell’esacerbazione dell’acne, così come il latte è risultato essere un fattore di “induzione“ della lesione acneica, e di esacerbazione della stessa. Il latte infatti contiene steroidi anabolici (5alfa-pregnanedione, 5alfa-androstenedione e precursori del 5afa-diidrotestosterone) che potrebbero avere un effetto nella stimolazione delle ghiandole sebacea della struttura del follicolo pilosebacea della pelle (la sensibilità della ghiandola sebacea all’azione degli ormoni maschili riconosce una componente genetica) (Danby, 2010). L’elevato introito di carboidrati iperglicemici e di derivati del latte ad azione insulinotropica determinano una sovrastimolazione del segnale mediato dall’insulina e dal fattore di crescita insulino-simile che sembrerebbe correlare con il tasso di prevalenza dell’acne (Melnik, 2012; Jung et al., 2010; Ferdowsian, Levin, 2010).
Sebbene sia stata osservata una correlazione fra carico glicemico e acne, non sempre la differenza fra i diversi regimi dietetici nel migliorare le lesioni cutanee ha raggiunto una significatività statistica. La somministrazione di due regimi dietetici simili per distribuzione di macroelementi e in contenuto in fibre, ma differenti per indice glicemico (uno ad alto e uno a basso indice glicemico) ha determinato un miglioramento dell’acne al viso in entrambi i gruppi (regime a basso indice glicemico, p=0,0004; regime ad alto indice glicemico, p=0,01), ma la differenza fra i due tipi di dieta non è risultata statisticamente significativa. Inoltre la sensibilità all’insulina non ha evidenziato differenze e non è risultata correlare con il grado di severità dell’acne (p=0,244) (Reynolds et al., 2010).
Un altro fattore sul quale è possibile intervenire e che sembra strettamente correlato all’acne post-adolescenziale è il fumo di sigaretta. Nelle donne con più di 25 anni, spesso l’acne si manifesta con una scarsa componente infiammatoria, caratterizzata soprattutto da micro e macrocomedoni. Questa forma di acne viene definita Acne Comedogena Post-Adolescenziale (CPAA, Comedonal Post-Adolescent Acne). L’analisi condotta su un campione di più di 200 donne con acne ed età compresa fra 25 e 50 anni ha evidenziato una incidenza di acne post-adolescenziale comedogena pari all’85% delle pazienti di cui il 72,9% fumatrici contro un 29,4% nel gruppo con acne postadolescenziale papulo-pustolare. Considerando poi le donne con acne anche in età adolescenziale e quelle con acne manifestatasi solo in età adulta, è emerso come nel primo gruppo le donne fumatrici fossero pari al 65% mentre nel secondo gruppo la percentuale salisse all’83,3%, indicando un possibile ruolo del fumo di sigaretta come fattore di induzione nelle forme di acne ad esordio tardivo (Capitanio et al., 2010).
Il sole può avere un duplice effetto sulla pelle con acne. Il sole può svolgere un’azione antinfiammatoria e seboriducente (raggi UVA) che può indurre un miglioramento delle lesioni acneiche quando prevalgono lesioni di tipo papulo-pustolose (Lotti, 2002). Ma può avere anche un effetto di esacerbazione dell’acne per i suoi effetti infiammatori e comedogenici. Le radiazioni UVB infatti hanno un effetto negativo in quanto stimolano l’infiammazione a livello delle zone seborroiche della pelle e inducono un aumento della produzione di cheratina che porta ad un incremento dei comedoni. In caso di esposizione al sole la pelle con acne deve essere protetta con adeguati filtri solari non comedogenici, oil-free, contenenti sostanze ad azione sebonormalizzante, in genere disponibili sotto forma di emulsione di olio in acqua, gel o spray. Gli oli solari, infatti, che stimolano l’abbronzatura (es. olio di cocco, burro di cacao), rientrano fra le sostanze ad elevato potere comedogenico (Zangara, 2002; Mills, Kligman, 1982). L’utilizzo di filtri solari per proteggere la pelle è indispensabile in caso di terapie per la cura dell’acne a base di tetracicline e/o contraccettivi orali ed è raccomandata in caso di trattamenti che prevedono l’applicazione di benzoil perossido, retinoidi e idrossiacidi (Lotti, 2002).
L’acne può essere causata o aggravata dall’uso di cosmetici. I prodotti cosmetici possono stimolare la formazione dei comedoni (comedogenicità dei cosmetici) o provocare lesioni di tipo infiammatorio come papule e pustule (acneigenicità). E’ importante quindi scegliere prodotti non comedogenici e non acneidogenici soprattutto in caso di acne conclamata.
Sono riconosciute avere proprietà comedogeniche le seguente sostanze impiegate in cosmesi (Tedeschi et al., 2010):
• Acido oleico
• Acido stearico
• Burro di cacao
• Butil stearato
• Decil oleato
• Isopropil isostearato
• Isopropil miristato
• Isopropil neopentatenato
• Isopropil palmitato
• Isopropil stearato
• Lanolina acetilata
• Lareth-4
• Metil oleato
• Miristil lattato
• Miristil etere propionato
• Miristil miristato
• Octil palmitato
• Octil stearato
• Oleil alcol
• Olio di arachidi
• Olio di cartamo
• Olio di lino
• Olio di mais
• Olio di oliva
• Olio di sesamo
• Olio minerale
• sodio laurilsolfato
• Vaselina