Cosa chiedere al medico e al farmacista sull'Acne?
Se ritieni di avere i sintomi dell’acne, o se a qualcuno dei tuoi familiari è stata diagnosticata l’acne, parlane con il tuo medico di fiducia.
Ecco alcune domande che potresti porre.
• Qualora abbia l’acne ci sono esami a cui dovrei sottopormi?
• Qualora abbia l’acne ci sono precauzioni che dovrei osservare nell’uso di cosmetici?
• Per quanto tempo durerà la malattia?
• Devo seguire una dieta particolare?
• Se ho l’acne da giovane, qual’è il rischio di una recidiva in età adulta?
• C’è qualcosa sull’acne che dovrei sapere?
• Quali conseguenze può lasciare l’acne?
• A quali complicanze posso andare incontro?
• Cosa devo fare per evitare che l’acne peggiori?
• Devo fare una visita specialistica?
Nella cura dell’acne, la terapia farmacologica può essere affiancata da alcune indicazioni igienico-comportamentali che possono essere d’aiuto nel contenere lo sviluppo delle lesioni cutanee.
L’uso di saponi o sostanze sgrassanti è controproducente, benché la pelle con acne tenda ad essere “grassa“. L’eccessiva azione sgrassante dei detergenti infatti provoca un effetto di “rimbalzo“ per cui la pelle, per proteggersi, aumenta la produzione di sebo (Lotti, 2002). L’eccessivo sgrassamento può inoltre alterare il film idrolipidico facilitando la colonizzazione batterica e aumentando la sensibilità della pelle alle sostanze potenzialmente irritanti. La cute con acne deve essere trattata con detergenti delicati, preferibilmente due volte al giorno, mattina e sera, prima di applicare i farmaci topici prescritti per la cura. I detergenti per la pelle possono agire per tensioattività, solubilizzazione, assorbimento e rimozione meccanica (Tedeschi et al., 2010).
I detergenti per tensioattività sono noti anche come “saponi non saponi“ e sono ottenuti attraverso un processo elaborato in cui i tensioattivi anionici e anfoteri vengono addizionati ad acidi organici in modo da ottenere soluzioni con pH simile a quello della pelle. I tensioattivi anionici e anfoteri sono sostanze alcaline con un forte potere irritante per la cute (secchezza), in grado di promuovere la cheratosi follicolare con conseguente formazione di comedoni (Solomon, Salita, 1996; Baran, Maibach., 1994). Tutti i detergenti per tensioattività (ad eccezione dei lipid-free e dei surgras, cioè detergenti arricchiti in lanolina, olio di mandorle e glicerolo) possono essere arricchiti con sostanze ad azione cheratolitica, sebonormalizzante, antibatterica e antisettica.
I detergenti per solubilizzazione presentano delle strutture, micelle, in grado di inglobare le impurità “grasse“ della pelle e permetterne la rimozione. Questo gruppo contiene i latti detergenti, i tonici e le soluzioni acquose. Per quanto riguarda i latti detergenti sono preferibili quelli in cui l’emulsione è olio in acqua; quelli in cui l’emulsione è acqua in olio sono indicati per pelli caratterizzate da estrema secchezza (xerosi). Le soluzioni acquose sono preparazioni a base di acqua termale a cui sono aggiunte sostanze cheratolitiche e sebonormalizzanti (Tedeschi et al., 2010).
I detergenti per assorbimento contengono sostanze in grado di adsorbire le impurità grasse e l’eccesso di sebo della pelle; sono in genere addizionati con sostanze ad azione astringente e batteriostatica. I detergenti per assorbimento sono maschere da applicare sulla pelle a base di argilla, caolino, polimeri di sintesi e silici. Andrebbero raccomandate 2-3 volte alla settimana per le pelli molto seborroiche (Tedeschi et al., 2010). A questo gruppo appartengono anche le maschere lenitive, idratanti e antiossidanti.
I detergenti per rimozione meccanica comprendono le maschere a strappo e gli scrub, paste di varia consistenza, a base di granuli naturali o sintetici che inducono una leggera abrasione per strofinamento dello strato cutaneo superficiale (Bartoletti, 2001). Sono indicati per le pelli comedoniche o con marcata seborrea, 2-3 volte a settimana.
I comedoni non devono mai essere “schiacciati“. L’azione meccanica di schiacciamento del comedone, nel tentativo di eliminarlo, possono comportare la rottura del follicolo pilifero, con il rischio di innescare il processo infiammatorio e trasformare il comedone in papula o pustola, e possono indurre la formazione di cicatrici.
Un aspetto non secondario, per le ragazze o le donne con acne, è rappresentato dall’uso dei cosmetici che assume una profonda valenza psicologica in quanto permette di “nascondere“ (camouflage o maquillage correttivo) i segni lasciati dalla malattia. I cosmetici devono essere scelti con attenzione perchè a seconda delle sostanze che contengono possono avere o non avere un effetto comedogenico, cioè provocare la formazione di comedoni, e acneidogenico (indurre rapidamente la formazione di brufoli). Alcuni cosmetici hanno evidenziato addirittura un effetto positivo, di riduzione, delle lesioni acneiche. L’applicazione di cosmetici contenenti oligosaccaridi (molecole formate da pochi zuccheri) derivati da alghe marine complessate con zinco pirrolidone 0,1% hanno evidenziato, dopo 8 settimane di trattamento, una riduzione significative del numero di comedoni, papule e pustole rispetto ai controlli (trattati con il solo veicolo) (Capitanio et al., 2012).
Sono da preferire inoltre i cosmetici che contengono sostanze ad azione sebonormalizzante e cheratolinica. Le sostanze sebonormalizzanti o seboregolatori agiscono assorbendo il sebo e conferendo un aspetto opaco alla pelle (azione “metifiant“). Le sostanze cheratoliniche agiscono sullo strato corneo riducendo l’ostruzione del follicolo pilo-sebaceo e sono indicate nelle forme di acne prevalentemente comedonica.
Le sostanze ad azione sebonormalizzante comprendono (Tedeschi, 2010):
• acido lattico
• acido pantotenico
• acido tannico
• carbossimetilcisteinato di lisina
• catrami
• cisteina
• fitosfingosina
• liposomi
• nicotinamide
• piridossina cloridrato
• piroctone olamina
• sali di glicirrizina
• serenoa repens
• sodioacetato
• zinco
• zolfo
Le sostanze ad azione cheratolinica comprendono:
• acido glicolico (7-20%)
• acido piruvico (7%)
• acido salicilico (2%)
• retinaldeide (</= 1%)
• retinolo (</= 1%)
Un altro aspetto importante relativo al rapporto cosmesi-acne riguarda l’uso di prodotti idratanti. Questi sono indicati perchè permettono di lenire alcuni degli effetti collaterali associati ai farmaci utilizzati, in particolare la disidratazione e la desquamazione cutanea. Le sostanze ad azione idratante possono agire trattenendo l’umidità ambientale e l’acqua presente nel cosmetico, regolando la perdita di acqua attraverso la pelle, aumentando la permanenza dell’acqua formando una sorta di gel (matrici idrofiliche). Particolarmente indicate per la pelle con acne sono le emulsioni olio in acqua. Fra le sostanze ad azione umettante ricordiamo la glicerina, il sorbitolo, i glicoli polipropilenici, il lattato d’ammonio, l’urea e gli alfa-idrossiacidi a bassa concentrazione, il Natural Moisturizing Factor. Il Natural Moisturizing Factor è il fattore di idratazione naturale presente nello strato corneo dell’epidermide ed è formato da aminoacidi (40%), pirrolidone carbossilato di sodio o potassio (12%), lattato di sodio (12%), urea (7%), ammoniaca, acido urico, gucosamina e creatina (1,5%), citrato (0,5%), sali minerali (sodio, potassio, calcio, magnesio, cloro) (18,5%), sostanze organiche (zuccheri, acidi organici, peptidi) (8,5%).
Per quanto riguarda la relazione alimentazione-acne, le indicazioni attualmente disponibili suggeriscono un possibile ruolo indiretto della dieta nelle manifestazioni della malattia attraverso meccanismi che portino ad un aumento della quota farmacologicamente attiva di ormoni maschili (riduzione della proteina plasmatica legante tali ormoni) e/o ad una alterazione del funzionamento della struttura pilosebacea follicolare della pelle (Vaccaro, 2005). Più che ad un consumo eccessivo di determinati alimenti, la linea di pensiero attuale è quella di focalizzare l’attenzione sull’abuso o carenza di determinate sostanze.
Le indicazioni dietetiche che possono essere fornite al paziente con acne comprendono (Vaccaro, 2005; Melnik, 2012):
1) riduzione degli acidi grassi saturi e aumento del consumo di acidi grassi polinsaturi della serie omega-6 (effetto trofico per l’epidermide e la ghiandola sebacea)
2) consumo ridotto di alimenti a base di acidi grassi trans (idrogenati) e ossidati (oli fritti)
3) consumo ridotto di zuccheri semplici, incluse le bevande gassate zuccherine (coca cola, aranciata, sprite, etc.)
4) incremento del consumo giornaliero di frutta e verdura fresca e di stagione
5) incremento del consumo di cibi integrali (es. cereali)
6) incremento del consumo di acqua naturale (almeno 1,5-2 litri al giorno)
7) valutazione del consumo di latte (in alcuni casi potrebbe non essere indicato, il latte infatti risulta possedere un effetto di induzione e aggravamento dell’acne)
8) eliminazione dalla dieta gli alimenti che, su base individuale, possono indurre un peggioramento dell’acne
Un altro aspetto che deve essere tenuto in considerazione è il legame fra fumo di sigaretta e acne. In età adulta il fumo è risultato correlare con una particolare forma di acne, difficilmente trattabile, l’Acne Comedonica Post-Adolescenziale (CPAA). Nelle donne fumatrici questa forma di acne può arrivare ad interessare fino al 70% dei soggetti (Capitanio et al., 2010).
Il sole può rappresentare un fattore di esacerbazione dell’acne per i suoi effetti infiammatori e comedogenici. In caso di esposizione al sole la pelle con acne deve essere protetta con adeguati filtri solari non comedogenici e acneidogenici (Zangara, 2002).
Nota:
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