L’Aids, sindrome da immunodeficienza acquisita, è una malattia del sistema immunitario causata dal virus HIV (Human Immunodeficiency Virus). (leggi)
L’Aids o sindrome da immunodeficienza acquisita è causata dal virus HIV (Human Immunodeficiency Virus). (leggi)
L’infezione primaria da HIV (infezione acuta) comporta la comparsa di sintomi in circa il 40-90% dei pazienti. (leggi)
Gli esami disponibili per diagnosticare l’Aids e accertarne la causa comprendono test di screening, test di conferma e la misurazione della viremia. (leggi)
I farmaci utilizzati nel trattamento dell’Aids sono farmaci antiretrovirali che agiscono ostacolando la replicazione del virus all’interno dell’organismo. (leggi)
Per prevenire il contagio da virus HIV (Human Immunodeficiency Virus) e limitare la diffusione dell’Aids o sindrome da immunodeficienza acquisita, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha emanato una serie di raccomandazioni. (leggi)
Se ritieni di avere i sintomi dell’AIDS, o se a qualcuno dei tuoi familiari è stata diagnosticata l’AIDS, parlane con il tuo medico di fiducia. (leggi)
Le medicine non convenzionali tendono ad avere un approccio olistico nei confronti della malattia, tendono cioè a considerare “il malato“ nella sua complessità di individuo, al di là del singolo organo malato. (leggi)
Le informazioni contenute nella ricerca Pharmamedix dedicata a AIDS sono state analizzate dalla redazione scientifica con riferimento alle fonti seguenti. (leggi)
Che cos'è l'AIDS?
L’Aids, acronimo inglese per Acquired Immune Deficiency Syndrome o sindrome da immunodeficienza acquisita, è una malattia del sistema immunitario causata dal virus HIV (Human Immunodeficiency Virus).
Il virus HIV è un retrovirus appartenente al genere Lentivirus. E’ un virus a RNA di cui esistono due ceppi: HIV1 e HIV2. L’HIV 1 è localizzato prevalentemente in Europa, America e Africa centrale, mentre l’HIV2 è presente in Asia e in Africa occidentale.
L’HIV si trasmette per contatto con sangue infetto, attraverso i rapporti sessuali (il virus è presente nello sperma e nelle secrezioni vaginali), durante la nascita per contatto materno-fetale o con l’allattamento (il virus è presente nel latte materno).
Quando una persona entra in contatto con il virus HIV diviene sieropositiva, ma possono passare anni prima che si arrivi allo stadio conclamato della malattia, l’Aids. L’Aids si manifesta quando il sistema immunitario dell’ospite, minato dalla presenza del virus HIV, non è più in grado di difendere efficacemente l’organismo dagli agenti patogeni esterni (batteri, virus, funghi) per cui iniziano a comparire diverse tipologie di infezioni (infezioni opportunistiche). L’Aids quindi si manifesta attraverso gli effetti che induce sul sistema immunitario.
La diagnosi per confermare/escludere l’infezione da HIV si basa sulla ricerca degli anticorpi anti-HIV. Il test che può essere effettuato solo con il consenso dell’interessato (legge n 135 del giugno 1990) è inserito fra quelli raccomandati in caso di gravidanza. L’identificazione precoce dello stato di sieropositività consente di istituire rapidamente una terapia farmacologica e di adottare misure precauzionale per ridurre il rischio di contagio.
Il trattamento farmacologico mira a bloccare la replicazione virale migliorando la qualità di vita e la sopravvivenza delle persone sieropositive. Attualmente con la somministrazione delle terapie antiretrovirali, le persone sieropositive hanno un’aspettativa di vita non dissimile da quella delle persone che non hanno contratto il virus (Collaboration of Observational HIV Epidemiological Research Europe (COHERE) in EuroCoord, 2012).
La terapia farmacologica viene iniziata quando la conta dei linfociti T CD4+, la popolazione di cellule del sistema immunitario colpita dal virus HIV, scende al di sotto di un valore soglia.
Il danno che il virus HIV provoca al sistema immunitario è causa delle complicanze associate alla malattia che possono essere distinte in patologie non infettive e infettive.
Le patologie non infettive sono dovute, in parte, direttamente o indirettamente all’impiego dei farmaci utilizzati per il trattamento del paziente con HIV (terapia antiretrovirale e terapia complementare). Rientrano in questo gruppo:
• malattia cardiovascolare
• lipodistrofia
• osteoporosi
• carenza di vitamina D
• insufficienza renale
• danno epatico
• disfunzioni sessuali
• disturbi neurocognitivi e/o psichiatrici
• tumori
Le patologie infettive associate all’infezione HIV/Aids comprendono:
• epatite virale
• tubercolosi
• polmonite da P. jirovecii
• toxoplasmosi cerebrale
• infezione da Cytomegalovirus
• candidosi
• leishmaniosi viscerale
• istoplasmosi
• infezioni da Mycobacterium avium complex
• criptococcosi
Al momento attuale non esiste un vaccino contro il virus dell’HIV.
Da quando è stata scoperta, nel 1981, ad oggi, l’infezione da HIV ha causato 40 milioni di morti. Le persone che al giorno d’oggi nel mondo convivono con il virus HIV sono oltre 40 milioni, di cui circa 3 milioni di bambini, e quelle in cura sono oltre 14 milioni. Il 70% dei casi di contagio del virus HIV si concentra nell’Africa sub-sahariana. L’obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dell’associazione Unaids è quello di elevare la soglia delle persone in cura per ridurre progressivamente la trasmissione del virus (soglia stimata: 70% degli infettati).
In Europa le nuove diagnosi di infezione da HIV risultano aumentate dal 2004 ad oggi dell’80%, soprattutto nell’Europa dell’Est e in Russia.
In Italia, nel 2013, il Centro operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità (Coa) ha stimato in 3806 le nuove diagnosi di HIV (età mediana di diagnosi: 39 anni, uomini; 36 anni, donne) e in 1016 il numero di casi di Aids. Considerando le singole regioni, l’incidenza di nuove diagnosi per 100.000 abitanti è risultata pari a (Centro Operativo Aids - Coa, 2014):
Valle d’Aosta - 3,2 (HIV) e 0,0 (Aids)
Piemonte - 7,3 (HIV) e 1,5 (Aids)
Liguria - 4,3 (HIV) e 2,9 (Aids)
Lombardia - 9,2 (HIV) e 2,6 (Aids)
Trentino - 4,2 (HIV) e 0,6 (Aids)
Alto Adige - 4,0 (HIV) e 0,0 (Aids)
Friuli Venezia Giulia - 3,2 (HIV) e 0,6 (Aids)
Veneto - 5,0 (HIV) e 5,7 (Aids)
Emilia Romagna - 6,9 (HIV) e 1,8 (Aids)
Toscana - 7,3 (HIV) e 2,0 (Aids)
Marche - 3,9 (HIV) e 1,0 (Aids)
Umbria - 6,9 (HIV) e 2,0 (Aids)
Lazio - 9,3 (HIV) e 2,4 (Aids)
Abruzzo - 4,2 (HIV) e 1,8 (Aids)
Molise - 2,6 (HIV) e 0,6 (Aids)
Campania - 3,4 (HIV) e 1,3 (Aids)
Puglia - 3,2 (HIV) e 1,1 (Aids)
Basilicata - 1,7 (HIV) e 0,0 (Aids)
Calabria - 1,4 (HIV) e 0,3 (Aids)
Sicilia - 3,6 (HIV) e 0,7 (Aids)
Sardegna - 4,1 (HIV) e 1,0 (Aids)
Dai dati sopra riportati, nel 2013 le regioni italiani con l’incidenza più alta di nuove diagnosi di HIV sono state il Lazio, la Lombardia il Piemonte e la Toscana, mentre l’incidenza più bassa è stata segnalata in Calabria.
Considerando le diverse fasce di età, il maggior numero di diagnosi è stato fatto nelle persone con età compresa fra 25 e 29 anni (incidenza di 15,6 casi ogni 100.000 abitanti) e la via di trasmissione principale è risultata essere quella sessuale (i rapporti non protetti rappresentano l’83,9% di tutte le segnalazioni) (Centro Operativo Aids - Coa, 2014).