L'ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è l'acronimo inglese comunemente usato per indicare il Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (acronimo italiano meno noto, DDAI). L'ADHD è un disordine dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente, caratterizzato da incapacità a mantenere attenzione prolungata, da impulsività e iperattività. (leggi)
L'ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) o disturbo da deficit di attenzione e iperattività non riconosce una causa specifica ma molto probabilmente più cause che sono riconducibili a componenti di tipo genetico, biologico e ambientale. (leggi)
I sintomi dell'ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) o disturbo da deficit di attenzione e iperattività possono essere raggruppati in due categorie principali, inattenzione e impulsività/iperattività, secondo la definizione aggiornata del DSM V. (leggi)
La diagnosi dell'ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) o disturbo da deficit di attenzione e iperattività viene effettuata seguendo un preciso percorso metodologico. (leggi)
I farmaci impiegati in Italia per il trattamento dell'ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) o disturbo da deficit di attenzione e iperattivitàsono il metilfenidato e l’atomoxetina. (leggi)
Non ci sono indicazioni certe sulla prevenzione dell'ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) o disturbo da deficit di attenzione e iperattività. (leggi)
Se ritieni che tuo figlio presenti sintomi anomali, quali iperattività, impulsività ed eccessiva disattenzione, rivolgiti al tuo medico di fiducia e a uno specialista (psichiatra/psicologo). (leggi)
Le medicine non convenzionali tendono ad avere un approccio olistico nei confronti della malattia, tendono cioè a considerare “il malato“ nella sua complessità di individuo, al di là del singolo organo malato. (leggi)
Le informazioni contenute nella ricerca Pharmamedix dedicata all'ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) o disturbo da deficit di attenzione e iperattività sono state analizzate dalla redazione scientifica con riferimento alle fonti seguenti. (leggi)
Che cos'è l'ADHD?
L'ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è l'acronimo inglese comunemente usato per indicare il Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (acronimo italiano meno noto, DDAI). L'ADHD è un disordine dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente, caratterizzato da incapacità a mantenere attenzione prolungata, da impulsività e iperattività.
L’ADHD è definito da un modello comportamentale caratterizzato da anomalie che il paziente manifesta in diversi contesti sociali, per esempio a scuola, con gli amici o in ambienti lavorativi.
L’ADHD si manifesta in bambini e adolescenti di età compresa tra 6 e 18 anni. Pur essendo uno dei problemi più frequenti nell’età evolutiva, la stima della prevalenza varia notevolmente (da 1 a 24%) dipendentemente da ambito sociale, regione geografica, criteri di diagnosi e esperienza dei medici, ma anche a seconda dell’età (Günther et al., 2009) e del sesso della popolazione pediatrica presa in considerazione. Studi clinici hanno dimostrato che in Italia la prevalenza è stimabile attorno all’1-2% dei bambini in età scolare (http://givitiweb.marionegri.it/Centers/Download/news/ADHD_Metil_Atomox.pdf) ed è più frequente nei maschi che nelle femmine (Bollettino di informazione sui farmaci - Bif, 2006).
L’ADHD è un disordine neuropsichico dovuto ad alterazioni funzionali di specifiche regioni del Sistema Nervoso Centrale (SNC), in particolare dei gruppi di neuroni coinvolti nei processi di inibizione e autocontrollo (corteccia prefrontale e gangli basali); tale disturbo neurobiologico si manifesta nell’alterazione dell’elaborazione delle risposte agli stimoli esterni.
Secondo i criteri del Diagnostic and Statistical Manual Of Mental Disorders, quinta edizione (DSM V, edizione pubblicata a maggio 2013 dall’American Psychiatric Association disponibile on line www.dsm5.org, di cui si prevede l’edizione in italiano entro il 2014), in accordo con la quarta edizione, si distinguono tre forme cliniche per l’ADHD: inattentiva, iperattiva e combinata. Le tre forme possono alternativamente essere presenti nello stesso paziente durante la sua crescita e il suo sviluppo. Indipendentemente dai sintomi specifici di ciascuna forma, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività interessa tutti gli ambiti di vita del bambino (gioco, scuola, relazioni, etc.) ponendo delle grosse limitazioni alle attività quotidiane.
Nel DSM V la definizione di ADHD è stata aggiornata, modificando i criteri diagnostici in base all’età del bambino: per confermare la diagnosi, il bambino deve presentare i sintomi prima dei dodici anni, e non più prima dei sette, come riportato nella precedente edizione. Inoltre sono state apportate modifiche per descrivere più accuratamente le caratteristiche della patologia in età adulta. Tale revisione si basa su circa dieci anni di ricerche che hanno dimostrato come l’ADHD si possa protrarre in età adulta, nonostante insorga principalmente durante l’infanzia.
Con la revisione dei criteri verso gli adulti, il DSM V si propone di garantire un’adeguata terapia anche in età adulta (American Psychiatric Association, 2013, http://www.dsm5.org/Documents/ADHD%20Fact%20Sheet.pdf).