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Clomifene

Clomid

Effetti collaterali - Quali sono gli effetti collaterali di Clomifene?

Centrali: vampate di calore, mal di testa (cefalea), nervosismo, vertigini, insonnia.

Dermatologici: orticaria, dermatiti allergiche, eritema multiforme, ecchimosi ed edema angioneurotico; (sporadico) perdita di capelli reversibile (somministrazione prolungata di clomifene).

Epatici: esiti anomali al test della bromosulfonftaleina (ritenzione superiore al 5% di bromosulfonftaleina).
Il test della bromosulfonftaleina (BSF) è un test di valutazione della funzionalità epatica. Normalmente il fegato metabolizza la BSF e la concentrazione rilevabile dopo 45 minuti non supera il 5% della dose somministrata. In una paziente con ritenzione di BSF superiore al 5% è stato riscontrato ittero da stasi biliare senza segni di epatite (Agenzia Italiana del farmaco - AIFA, 2007).

Gastrointestinali: disturbi addominali quali senso di gonfiore, dolenzia o dolore, nausea, vomito, diarrea, stitichezza.

Metabolici: (segnalazioni postmarketing) ipertrigliceridemia, pancreatite (Yasar, Ertugrul, 2009; Arbel et al., 2008, Gillett et al., 2006, Castro et al., 1999).

Organi sessuali: sanguinamento uterino anomalo, ingrossamento delle ovaie che si manifesta con dolore pelvico o addominale, pressione o gonfiore, indolenzimento al seno.

Oftalmici: annebbiamento della vista, opacizzazione, comparsa di macchie nel campo visivo, comparsa di luci lampeggianti, midriasi, ipersensibilità alla luce (fotofobia), sdoppiamento della visione (diplopia), diminuzione della visione periferica, persistenza di immagini nel campo visivo (palinopsia), neuropatia ottica, riduzione della sensibilità della retina nella parte centrale del campo visivo (scotoma centrale), vasospasmo della retina, distacco del vitreo posteriore, cataratta (Bishai et al., 1999).
Disturbi alla vista si verificano fino al 10% dei pazienti (Bishai et al., 1999).
Alcuni effetti collaterali possono non essere reversibili. In letteratura è riportata perdita della vista da un occhio subito dopo un ciclo di 5 giorni con clomifene che sebbene sia migliorata successivamente non ha più recuperato la visione iniziale (10 decimi). Nel caso specifico è stata ipotizzata una neuropatia ottica ischemica dovuta ad un aumento della viscosità del sangue farmaco-indotta che ha portato ad una riduzione del flusso sanguigno a livello di arteria ciliare posteriore (Lawton, 1994).
In un altro studio, l’osservazione di tre pazienti trattate con clomifene per un periodo di 4-15 mesi, ha evidenziato in tutte e tre le donne una ridotta visione periferica, la persistenza di immagini nel campo visivo (palinopsia), un’aumentata sensibilità degli occhi alla luce (fotofobia) che non si sono risolti con la sospensione del farmaco. I disturbi alla vista sono perdurati per un lasso di tempo, successivo alla cura di 2-7 anni (Purvin et al., 1995).
In letteratura è riportato un caso di persistenza del vitreo primario iperplastico in una bambina di quasi 5 anni che potrebbe essere stato indotto dall’assunzione materna di clomifene (100 mg/die per circa 4 settimane, quindi sospeso contestualmente al test di gravidanza positivo) (Bishai et a., 1999). La persistenza del vitreo primario iperplastico è una rara malattia congenita causata dalla mancata regressione del vitreo primario e della vascolarizzazione vitreale normalmente presenti solo nel feto. Dopo la nascita il vitreo diventa progressivamente trasparente e privo di vascolarizzazione.

Renali: aumento del flusso urinario (poliuria), aumento della frequenza a urinare (pollachiuria).

Sistemici: stanchezza, aumento di peso.