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Pertosse

Monografia scientifica

La Definizione di Pertosse - Che cos'รจ la Pertosse?

La pertosse (anche nota come tosse asinina e tosse canina) è un’infezione batterica molto contagiosa. Rientra tra le infezioni pediatriche insieme a morbillo, varicella, rosolia e parotite, con un’incidenza massima nei bambini in età prescolare (< 5 anni). (leggi)

Le Cause della Pertosse - Quali sono le cause della Pertosse?

La pertosse è causata dal batterio Bordetella pertussis, un coccobacillo gram-negativo, aerobio obbligato, immobile, non sporigeno e provvisto di capsula. (leggi)

I Sintomi della Pertosse - Quali sono i sintomi della Pertosse?

Il sintomo caratteristico della pertosse è la tosse, che inizialmente compare in forma lieve, ma va via via aggravandosi con il procedere della malattia. (leggi)

La Diagnosi della Pertosse - Come si diagnostica la Pertosse?

In Italia la diagnosi di pertosse è clinica ma il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (European Centre for Disease Prevention and Control – ECDC) ha raccomandato di utilizzare anche nel nostro paese i test di laboratorio per confermare la diagnosi di malattia (Istituto Superiore di Sanità, 2014). (leggi)

Farmaci e Terapie per la Pertosse - Quali farmaci per la Pertosse?

La pertosse è un’infezione batterica causata dal batterio Bordetella pertussis. La terapia è antibiotica e prevede la somministrazione di antibiotici macrolidi. (leggi)

La Prevenzione della Pertosse - Come prevenire la Pertosse?

La pertosse può essere efficacemente prevenuta con la vaccinazione. (leggi)

Le Avvertenze per la Pertosse - Cosa chiedere al medico e al farmacista sulla Pertosse?

Se ritieni di avere i sintomi della pertosse, o se a qualcuno dei tuoi familiari è stata diagnosticata la pertosse, parlane con il tuo medico di fiducia. (leggi)

L'Omeopatia e la Fitoterapia per la Pertosse - Quali farmaci e rimedi omeopatici e fitoterapici per la Pertosse?

Le medicine non convenzionali tendono ad avere un approccio olistico nei confronti della malattia, tendono cioè a considerare “il malato“ nella sua complessità di individuo, al di là del singolo organo malato. (leggi)

La Bibliografia per la Pertosse - Quali fonti bibliografiche considerare per la Pertosse?

Le informazioni contenute nella ricerca Pharmamedix dedicata alla pertosse sono state analizzate dalla redazione scientifica con riferimento alle fonti seguenti. (leggi)

Che cos'รจ la Pertosse?

La pertosse (anche nota come tosse asinina e tosse canina) è un’infezione batterica molto contagiosa. Rientra tra le infezioni pediatriche insieme a morbillo, varicella, rosolia e parotite, con un’incidenza massima nei bambini in età prescolare (< 5 anni).

La pertosse è endemica in tutto il mondo. E’ caratterizzata da riaccensioni epidemiche ogni 3-5 anni e da stagionalità. L’infezione presenta un picco massimo di casi nei mesi marzo-agosto e un picco minimo tra settembre e febbraio.

L’uomo è l’unico ospite del batterio che causa la pertosse (Bordetella pertussis), per cui il contagio della malattia avviene esclusivamente nella popolazione umana.

La trasmissione dell’infezione avviene per via aerea, attraverso le goccioline di saliva disperse nell’ambiente con la tosse. La contagiosità è elevata: più dell’80% dei contatti stretti di un malato sviluppa la malattia.

Il perido di incubazione della pertosse dura circa 10 giorni. L’infezione è particolarmente contagiosa nella fase iniziale, prima che la tosse, il sintomo caratteristico della malattia, diventi molto forte, quasi violenta (tosse parossistica). Dopo tre settimane dalla comparsa della tosse parossistica, la trasmissibilità dell’infezione è quasi nulla. La terapia è antibiotica e la durata della malattia, trattata, è di circa 2 settimane. Nei pazienti in terapia antibiotica, la fase di contagio è ridotta a circa 5 giorni dall’inizio del trattamento antibatterico.

L’immunità conferita dalla prima infezione di pertosse dà una protezione che diminuisce nel tempo. A differenza di altre malattie infettive, la perdità di immunità fa si che gli anticorpi materni trasferiti per via placentare siano pochi, non sifficienti a proteggere il neonato dal rischio di ammalarsi.

L’incidenza della pertosse è diminuita notevolmente nei paesi che hanno adottato valide misure di prevenzione, l’infezione infatti può essere prevenuta con la vaccinazione, che riduce in maniera drastica la circolazione del batterio nella popolazione.

In Italia, l’introduzione del vaccino (vaccino a cellula intera inattivata) per la pertosse risale al 1961, ma la diffusione della malattia è diminuita significativamente a partire dal 1995 con l’introduzione del vaccino acellulare (formato da proteine batteriche) e, ulteriormente, dopo il 2002 quando l’offerta della vaccinazione è diventata gratuita per i bambini con età minore di 1 anno (la vaccinazione è obbligatoria per i nati dal 2001).
Nello specifico, l’incidenza della pertosse è diminuita da 86,3 per 100mila persone nel 1927 a 1 per 100mila persone nel 2008. La copertura vaccinale è salita dal 32,8% nel 1993 a circa il 96.2% nel 2010. Il progressivo aumento del tasso di copertura ottenuto con il vaccino acellulare ha determianto un cambiamento nell’età di distribuzione della malattia. Prima del 1995, l’incidenza di pertosse era massima nei bambini fino ai 4 anni di età, successivamente l’incidenza più alta si è mantenuta nei bambini più piccoli (< 1 anno), ma è andata diminuendo nella fascia di età 1-4 anni. L’incidenza di pertosse nella fascia di età 5-9 anni è andata diminuendo a partire dal 2003, dopo l’introduzione della dose di richiamo della vaccinazione nel 1999, mentre si è osservato un aumento dell’incidenza di malattia nella fascia di età 10-14 anni che potrebbe dipendere dalla perdità di immunità e/o da un aumento della consapevolezza dell’infezione in questo gruppo di età (Gonfiantini et al., 2014). Nonostante l’estesa copertura vaccinale, infatti, negli ultimi 10 anni si è osservata una ripresa della pertosse nei Paesi industrializzati che rimane l’infezione meno controllata tra quelle che possono essere prevenute con la vaccinazione.

La vaccinazione contro la pertosse perde di efficacia nel tempo per cui gli adolescenti e soprattutto gli adulti possono essere causa di infezione per i non vacciati e i bambini molto piccoli che non hanno completato il ciclo vaccinale. Negli adolescenti e nella popolazione adulta, inoltre, la pertosse si presenta con sintomi più sfumati e può essere più difficile diagnosticarla. Secondo alcuni dati di letteratura la protezione conferita dal vaccino DTPa (vaccino acellulare trivalente per difterite, tetano, pertosse utilizzato attualmente) verso la pertosse viene meno in circa 5 anni dopo l’ultima dose di richiamo (Klein et al., 2012). In generale, comunque, si stima che l’immunizzazione da vaccino abbia una durata compresa tra 5 e 10 anni. In Italia, la schedula vaccinale attuale prevede 4 dosi di vaccino e una dose di richiamo ogni 10 anni (Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019)

Un altro aspetto che deve essere considerato e che potrebbe in parte spiegare il calo di immunità verso la pertosse, osservato negli ultimi anni, riguarda la diffusione, a partire dagli anni ’80, di ceppi batterici differenti da quello originario utilizzato per preparare il vaccino. Queste nuove varianti batteriche sono in grado di produrre quantità maggiori di tossina batterica che potrebbe antagonizzare in modo più efficiente la risposta immunitaria dell’ospite; non possiedono inoltre due degli antigeni contenuti nel vaccino (pertactina e emoagglutinina filamentosa) rendendo quest’ultimo meno efficace (gli antigeni sono molecole che provocano una risposta immunitaria) (Bart ey al., 2015).

Sempre in Italia, il numero di morti annue per pertosse è risultato pari a 1 nel periodo 1995-2001 e nessun caso di morte è stato rilevato successivamente (dati disponibili fino al 2013). Nel 2018 sono morte per pertosse due neonate le cui madri non erano state vaccinate per la malattia. La mortalità per pertosse comunque è diminuita indipendentemente dall’introduzione del vaccino, per il miglioramento progressivo delle condizioni di vita e la migliore assistenza sanitaria a partire dagli anni del dopoguerra (anni ’50).

In Europa, nel 2015 i casi di pertosse sono stati poco più di 40mila con un tasso di incidenza di 9 casi per 100mila abitanti (tasso simile a quello dell’anno precedente. Come già visto per l’Italia, anche negli altri paesi europei le fasce di età più a rischio sono quella 0-12 mesi (73,1 casi/100mila abitanti) e quella 10-14 anni (23,6 casi/100mila abitanti), seguita dalla fascia di età 5-9 anni (16,1 casi/100mila abitanti). I casi di morte sono stati 13, di cui 12 in bambini con meno di tre mesi (European Centre for Disease Prevention and Control – ECDC, 2015).

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha inserito la vaccinazione per la pertosse nel programma EPI (Expanded Programme on Immunization) nel 1974. Nel 2017 i casi di pertosse nei bambini sono risultati quasi 144mila, con un numero di morti stimate, nel 2008, pari a 89mila (World Health Organization - WHO, 2018).

In Italia l’infezione da B. pertussis richiede per legge la notifica alle autorità sanitarie sulla base di una diagnosi clinica, non è richiesta la conferma tramite test di laboratorio.