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Mieloma Multiplo

Diagnosi

Come si diagnostica il Mieloma Multiplo?

Gli esami disponibili per diagnosticare il mieloma multiplo sono:

La diagnosi di mieloma multiplo si basa su tre parametri fondamentali: a) l’identificazione nel sangue o nelle urine del paziente dell’immunoglobulina anomala (componente M o paraproteina) prodotta in grande quantità dalle plasmacellule tumorali; b) la proliferazione delle plasmacellule tumorali (plasmacellule monoclonali) nel midollo osseo; c) il danno d’organo conseguente all’eccessiva produzione di plasmacellule monoclonali.

Si pone diagnosi di mieloma multiplo se la concentrazione di plasmacellule midollari monoclonali è uguale o superiore al 10% oppure è presente plasmacitoma (massa localizzata di plasmacellule) extramidollare e almeno uno dei seguenti parametri (Rajkumar et al., 2014):
1) sintomi CRAB (ipercalcemia, lesioni ossee, anemia, insufficienza renale)
2) > 60% plasmacellule monoclonali midollari
3) esame delle catene leggere libere (rapporto K/L) > 100 mg/dL
4) più di 1 lesione focale evidenziata con risonanza magnetica nucleare (RMN)

Il mieloma multiplo si definisce asintomatico (SMM, Smoldering Multiple Myeloma) se la componente di immunoglobuline monoclonali (IgG o IgA) è uguale o superiore a 3 g/dL oppure se la quota di plasmacellule midollari è compresa fra il 10 e il 60% in assenza di sintomi clinici (sintomi CRAB) (Rajkumar et al., 2014).

Uno stadio precedente a quello di mieloma multiplo è rappresentato dalla gammopatia monoclonale di incerto significato (MGUS, Monoclonal Gammopathy of Undetermine Significance), condizione clinica caratterizzata da una componente di immunoglobuline monoclonali (IgG o IgA) inferiori a 3 g/dL associata ad una quota di plasmacellule midollari inferiori al 10%, in assenza di sintomi clinici (sintomi CRAB).

L’esame del sangue (emocromo e formula leucocitaria) consente di verificare la presenza di anemia.

I test di laboratorio accertano la funzionalità renale (creatinina) e lo stato del metabolismo osseo (calcio) del paziente.

Beta-2-microglobulina (B2M) e albumina sono utilizzate per identificare lo stadio di malattia secondo il sistema di stadiazione International Staging System (ISS) (Greipp et al., 2005). Il sistema ISS identifica tre stadi di malattia a seconda della concentrazione nel siero della beta-2-microglobulina e dell’albumina:
stadio I: beta-2-microglobulina < 3,5 mg/L e albumina =/> 3,5 g/dL
stadio II: intermedio fra lo stadio I e il III ovvero beta-2-microglobulina < 3,5 mg/L e albumina < 3,5 g/dL oppure beta-2-microglobulina: 3,5 – 5,5 mg/L indipendentemente dal valore della concentrazione di albumina
stadio III: beta-2-microglobulina <5,5 mg/L

Per identificare la tipologia e la quantità della componenete monoclonale si utilizza l’elettroforesi delle proteine sieriche, che evidenzia la produzione della componente monoclonale anomala, e la immunofissazione sierica, che individua il tipo di proteina prodotta dal clone tumorale (la maggior parte dei mielomi multipli è caratterizzata da una iperproduzione di immuoglobiline IgG o IgA).

L’analisi delle urine consente di valutare la quantità di proteine eliminate e l’identificazione della proteina di Bence Jones.
Gli anticorpi o immunoglobuline sono formati da proteine distinte in catene leggere (kappa o lambda) e catene pesanti (G, A, D, M, E) unite tra di loro. La proteina di Bence Jones è una catena leggera di un anticorpo non legata alla corrispondente catena pesante. Inoltre, mentre le catene leggere dei vari anticorpi sono diverse fra di loro perché prodotte da cellule differenti (policlonali), le catene leggere che formano la “proteina” di Bence Jones, derivando da un singolo clone cellulare, sono tutte uguali. Se è presente nelle urine la proteina di Bence Jones, si parla di mieloma multiplo di Bence Jones.

Il dosaggio delle catene leggere (Free Light Chain) serve a valutare la concentrazione delle porzioni leggere delle immunoglobuline prodotte in eccesso, non quantificabile come proteinuria di Bence Jones. Questo tipo di test è particolarmente utile nelle forme di mieloma multiplo non secernente o iposecernente, dove non è possibile identificare una componente monoclonale nel siero o nelle urine.

L’aspirato midollare (esame citologico) e la biopsia ossea (esame istologico) sono funzionali ad accertare la presenza di cellule tumorali; l’esame citogenetico (FISH, Fluorescence in Situ Hybridazation o Ibridazione in situ fluorescente) rileva eventuali alterazioni cromosomiche che possono avere un significato sul decorso clinico del tumore (significato prognostico).

La radiografia a raggi X (Rx) dello scheletro permette di evidenziare la presenza di zone di tessuto osseo distrutto (osteolisi). Oltre alla radiografia tradizionale possono essere effettuati esami più specifici come la risonanza magnetica (RM), la tomografia computerizzata (TC) e la tomografia a emissione di positroni (PET).